La notizia cattiva è che i prezzi mondiali delle materie prime dei beni alimentari sono aumentati del 23% in un singolo anno (ehi, chi l’avrebbe mai detto che la tripletta pandemia-guerra-siccità sarebbe stata spiacevole?). La notizia buona è che gli stessi prezzi sono leggermente – e sottolineiamo leggermente – diminuiti a giugno per il terzo mese consecutivo. È quanto emerge dal più recente rapporto redatto dalla Fao, il cui Indice dei prezzi alimentare segna un calo del 2,3% rispetto a maggio.
L’Indice in questione è utile a tracciare le variazioni mensili dei prezzi internazionali di un paniere di materie prime alimentari comunemente scambiate e, come accennato in precedenza, è stato recentemente scosso dall’imperversare della siccità. In particolare, l’Indice Fao dei prezzi dei cereali a giugno fa registrare una media di 166,3 punti, in calo del 4,1% rispetto al mese precedente ma comunque superiore del 27,6% ai valori registrati lo scorso anno nello stesso periodo. Destino ben più triste per i prodotti lattiero-caseari, che invece aumentano del 4,1% rispetto a maggio e del 24,9% rispetto al valore di giugno 2021; e per la carne, che cresce dell’1,7% rispetto a maggio, stabilendo un nuovo record e superando del 12,7% il valore di giugno 2021. Si segnala, infine, un notevole calo dell’Indice dei prezzi dell’olio vegetale (-7,6% su base mensile) e dello zucchero (-2,6%), che di fatto raggiunge il livello più basso da febbraio; mentre le previsioni circa la produzione mondiale di cereali nel 2022 si alza di circa 7 milioni di tonnellate rispetto al mese precedente.