In alcuni hotel chiusi in provincia di Belluno, il proprietario non ha licenziato gli chef durante il periodo di restrizioni causato dalla pandemia. No, li ha “trasformati” in imbianchini.
Agli hotel “Alla Posta” ed “Europa”, si è trovata una soluzione per dare opportunità lavorative alternative, in una situazione decisamente “alternativa” come quella che viviamo ancora oggi in piena pandemia. Chef e maître degli alberghi sono stati “trasformati” in imbianchini. I segretari e i pasticceri sono diventati gli “aggiusta tutto” e ancora, cameriere e bariste ora sono impegnate nelle pulizie.
Una quindicina di dipendenti fissi degli alberghi della famiglia Pra a Caprile e ad Alleghe, hanno cambiato i propri ruoli, stringendo un accordo reciproco tra personale e titolari, pensato per andare incontro alle esigenze di tutti: i dipendenti ppotranno così evitare la cassa integrazione e mantenere il proprio stipendio, i titolari invece avranno la possibilità di dare una rinfrescata ai locali o fare manutenzione.
«Per com’è la situazione – sostiene Sergio Pra – tutto pare remare contro a una prossima riapertura. A cominciare dagli impianti di risalita, per i quali non c’è nemmeno ancora un protocollo gestionale condiviso. Per proseguire con il blocco tra regioni: i confini devono riaprire altrimenti la montagna potrà accogliere magari qualche pendolare veneto nel weekend ma gli alberghi di sicuro resterebbero vuoti. Una situazione generale, questa, che ci fa essere tutt’altro che ottimisti. Al contempo, con spese e tasse che continuano a incalzare, non arrivano nemmeno i ristori promessi».
[ Fonte: il Gazzettino ]