Duemilasettecento trattori guidati da agricoltori incazzati che sgommano per le strade di Bruxelles. La scena, lo dobbiamo ammettere, è quasi tragicomica; ma di fatto poggia su premesse e conflitti serissimi. La cosiddetta pietra dello scandalo, infatti, è un nuovo piano recentemente presentato dal governo regionale delle Fiandre per limitare le emissioni di azoto; ennesimo capitolo di un conflitto che stiamo già vivendo in altre sedi e in termini relativamente diversi – ricordiamo, ad esempio, la discordia che sta spaccando l’Europarlamento sul taglio dei pesticidi – ma che di fatto potremmo spiegare riducendolo alla ricerca del precario e sfuggente equilibrio che sembra dominare il rapporto tra il rispetto dell’ambiente e la produzione alimentare.
Bruxelles invasa dai trattori: la rabbia degli agricoltori
“Orgoglioso di essere un agricoltore” si legge su di uno dei molti cartelli affissi ai trattori che hanno invaso le strade della capitale belga e che, di fatto, raccontano la rabbia e il timore dei contadini. La mossa pianificata dalle autorità governative locali punta, come accennato, a ridurre nettamente le emissioni di azoto: è infatti bene notare che, a causa di un’alta densità nella popolazione di bestiame, l’uso massiccio di fertilizzanti, l’intenso traffico e le attività estensive di edilizia in Belgio e nei Paesi Bassi hanno determinato un livello di ossidi di azoto nell’aria ben superiori alle normative previste dell’Unione Europea.
L’obiettivo delle autorità locali è dunque quello di limitare le emissioni andando per l’appunto a colpire il comparto agricolo. Più facile a dirsi che a farsi: al momento, la questione ha innescato una tale crisi all’interno del governo regionale fiammingo da necessitare la riunione delle autorità in colloqui da 16 ore complessive.
Le organizzazioni agricole temono che misure troppo severe potrebbero causare “una carneficina socio economica” nel settore primario, e pretendono dunque che l’accordo rifletta al meglio le prospettive future per gli agricoltori locali.
“Siamo tutti convinti del fatto che qualcosa debba cambiare per quanto riguarda le emissioni di azoto” ha riconosciuto Leen Engelen, uno dei manifestanti intervistati da Reuters. “Il nostro settore sta già facendo molti sforzi ed è assolutamente disposto a farli, ma il governo ci chiede sempre di più mentre il settore industriale è in continua espansione“.
Non è la prima volta che una capitale europea viene invasa da orde di agricoltori che si sentono minacciati dalla direzione intrapresa dalle autorità nazionali: a inizio febbraio, ad esempio, centinaia di trattori bloccarono le strade di Parigi come protesta per una serie di strette sull’uso di pesticidi.