Il barbecue aumenta il rischio tumori? Secondo molte ricerche sì, a causa di diversi fattori. C’è ad esempio la questione di un’eccessivo consumo della carne rossa e lavorata, ingrediente principe di ogni bbq che si rispetti. E c’è anche la questione della cottura, che a temperature elevate e a stretto contatto con le fiamme e con griglie magari non pulitissime e nuove, può far aumentare la formazione di sostanze cancerogene.
Dunque? Dobbiamo rinunciare alle grigliate all’aperto con gli amici? Eppure, questo è il momento in cui sono tanto in voga, soprattutto nelle belle giornate dei weekend (con buona pace dell’addetto alla griglia, che alla fine è l’unico eroe della giornata, destinato a lavorare, sudare e mangiare meno di tutti, un po’ come i chitarristi delle feste in spiaggia). In aiuto agli amanti del bbq arriva l’American Institute for Cancer Research, secondo cui con alcuni accorgimenti è possibile ridurre i rischi cancerogeni della carne cotta alla griglia. “Diverse ricerche hanno mostrato che una dieta ricca di carne rossa e lavorata aumenta il rischio di tumori del colon – spiega Alice Bender, Senior Director of Nutrition Programs dell’istituto – e grigliare carne, sia bianca che rossa, ad alte temperature forma sostanze fortemente cancerogene”.
La prima cosa da fare, quindi, è differenziare: non solo carni rosse e lavorate, ma anche carni bianche e – in generale – carni più magre, o pesce e verdura (non solo l’insalata di rinforzo, che poi rimane lì senza che nessuno l’abbia toccata). Alternare carne e verdure su uno spiedo, avvertono ancora gli esperti, diminuisce l’area esposta alla fiamma ed è quindi più salutare.
E se pensavate che quel rametto di rosmarino o quella marinatura tanto speciale fosse solo un accorgimento gourmet, ne avete sottovalutato il potenziale: erbe e spezie, quando si parla di bbq, sono molto utili perché contengono antiossidanti.
Ci sono poi i consigli più pratici: limitare l’esposizione al fumo (suvvia, date il cambio al povero addetto alla griglia!), pulire bene le griglie, ridurre il tempo di cottura, scegliere carbone di legni duri, che bruciano a temperature più basse (e magari, aggiungiamo noi, non utilizzare agenti chimici per appiccare il fuoco).
[Fonte: Ansa Salute & Benessere]