Un recente studio pubblicato su Nature ha spiegato che a maggior rischio di contagi da Coronavirus sono bar, ristoranti e palestre. La ricerca è stata realizzata da diversi esperti della Stanford University e della Northwestern University: analizzando dati relativi alla mobilità e alle informazioni epidemiologiche, demografiche e reddituali, hanno ideato delle statistiche inerenti l’effettiva possibilità di contagio.
Jure Leskovec della Stanford University, uno degli autori dello studio, ha sottolineato come la riapertura di ristoranti, bar, hotel e centri fitness crei un maggior rischio di trasmissione del Sars-Cov-2. Diminuendo l’accesso a questi posti, ecco che potrebbero calare anche le infezioni.
Analizzando i dati ricevuti tramite i cellulari, nel periodo dal 1 marzo al 2 maggio 2020, ecco che è stato costruito un modello informatico per capire il modo in cui le persone di quartieri diversi e di differente estrazione demografica vadano in posti affollati o meno. Mettendo insieme questi dati con il modello di trasmissione del Coronavirus, ecco che hanno individuato le sedi e la tipologia di persone maggiormente a rischio.
I posti che la gente frequentava regolarmente, nello studio sono stati chiamati “punti di interesse”. Si è così visto, per esempio, che a Chicago il 10% dei punti di interesse era collegato all’85% delle nuove infezioni. Inoltre le fase di popolazione a reddito più basso non hanno potuto diminuire la mobilità, motivo per cui sono a maggior rischio di sviluppare l’infezione (in aggiunta avevano anche la tendenza a visitare i luoghi più affollati).
Un altro esempio riguarda i negozi di alimentari preferiti dalle fasce di popolazione a reddito più basso: erano più rischiosi in quanto c’erano alte probabilità di assembramenti.