Effetti secondari del Coronavirus: a Torino i bar e ristoranti segnalano un 70% di clienti in meno a causa dello smart working. E non solo a Torino: anche a Biella e dintorni gli esercenti lamentano la stessa situazione.
Il fatto è che molti locali, fino a prima dell’inizio del lockdown, lavoravano tantissimo grazie ai turisti e agli impiegati degli uffici. Ma adesso i turisti non ci sono e a causa dello smart working, tutti coloro che prima andavano a fare colazione e pranzo in bar e ristoranti prima di recarsi in ufficio, semplicemente non lo fanno più perché lavorano da casa.
Un barista di via Pietro Micca ha raccontato che non ci sono più persone che lavorano in ufficio: le colazioni sono dimezzate e a pranzo non c’è nessuno perché gli impiegati che prima lavoravano in Regione e Comune ora lavorano da casa. Un altro esercente sottolinea il fatto che le scuole sono chiuse, gli uffici sono in smart working e il turismo non c’è: tutti potenziali clienti che al momento non hanno alcun motivo per uscire di casa per fare una colazione o un pranzo che possono fare tranquillamente fra le quattro mura domestiche.
A fronte di un netto calo delle entrate, però, gli esercenti sottolineano che i costi e le uscite sono rimate invariate. E ribadiscono che chi ha la responsabilità amministrativa non si rende minimamente conto del problema: non capiscono che ad agosto, quando si potrà licenziare di nuovo, si rischia di avere un milione e mezzo di disoccupati.
Anche la FIPE aveva previsto un 70% di incassi in meno dopo la riapertura dei locali.