Un bar di Edimburgo ha fatto indignare i genitori: ha osato usare Peppa Pig per pubblicizzare i suoi panini col bacon. E al grido di “Qualcuno pensi ai bambini!” hanno cominciato a protestare contro il Gordon Street Coffee.
La colpa del bar è stata quella di decorare una lavagna posta all’esterno con un disegno di Peppa Pig posizionata accanto a un panino al bacon. Inoltre, per par condicio, è bene dire che, oltre a questo accostamento suino, ce n’era anche un altro bovino: questa volta la mucca Ermintrude del cartone animato The Magic Roundabout faceva pubblicità ai panini al manzo.
Non l’avesse mai fatto: l’intento ironico è andato perso, mentre genitori, animalisti e associazioni vegane hanno sonoramente protestato in quanto sostengono che Peppa Pig avrebbe attirato i bambini nel locale, salvo poi traumatizzarli quando si rendevano conto che lì Peppa Pig era considerata cibo. La PETA ha ribadito che non è certo una novità cercare di attirare i bambini verso pasti a base di carne sfruttando cartoni animati con animali, ma è comunque qualcosa di disonesto.
Sui social si è poi scatenato un flame contro il locale. Molti sostengono che il cartello sia malato e sconvolgente, altri temono che una pubblicità come questa possa far sì che molti bambini mettano in discussione il cibo. Altri ancora affermano che i loro figli sarebbero del tutto traumatizzati se vedessero quel disegno.
Il che potrebbe essere anche vero visto che, secondo un sondaggio condotto da Meatless Farm su mille bambini dai 4 ai 16 anni, ecco che molti di loro non sanno cosa mangiano. Nel senso un terzo dei bambini intervistati non sa che l’amata pizza coi peperoni contiene carne, un quinto di essi pensa che i nuggets e gli involtini di salsiccia non contengano carne, mentre due su cinque pensano che il patè sia privo di carne.
Abbastanza deprimente, ma ricordo che da piccola sapevo esattamente in quali piatti ci fosse la carne e in quali no, sapevo distinguere con precisione chirurgica fra del pesce impanato travestito da cotoletta di manzo e una vera cotoletta e sapevo quando una bistecca era di manzo o era di pollo. E questo semplicemente perché chi mi forniva i pasti (traduci con “genitori e nonni”) mi diceva cosa c’era nei piatti che mangiavo. Se questi bambini non sanno cosa c’è in quello che mangiano, di chi è la colpa?
Inoltre probabilmente questi genitori hanno dimenticato di quando leggevano Topolino (se mai lo hanno letto) e si vedeva Paperino, Qui, Quo e Qua che mangiavano beatamente quello che poteva essere tranquillamente un pollo/anatra/oca arrosto, praticando del sano cannibalismo (o comunque mangiandosi dei cugini nella più rosea delle ipotesi). Tutti traumatizzati anche i lettori di Topolino?