Era prevedibile: con la nuova normativa che ha introdotto l’obbligo del Super Green pass anche per consumare il caffè al bancone del bar, ecco che ora i bar lamentano un calo dei consumi del 30% proprio per il caffè. In pratica 3 consumatori su 10 non vanno più al bar a prendere il caffè.
Il risultato è che bar e negozi sono vuoti, con tantissimi clienti in meno. Claudio Pica, presidente di Fiepet Confesercento di Roma, ha spiegato che negli ultimo 20 giorni è stato segnalato un calo dei consumi importante. Parlando proprio dell’emblema del bar, la classica tazzina di caffè, è stato registrato il 30% in meno dei consumi rispetto alla media.
Questa diminuzione ha svariate cause: un po’ la colpa è della paura di entrare nei locali con il rischio di contagiarsi, un po’ perché lo smart working è stato nuovamente aumentato e un po’ perché molte persone sono bloccate in casa in isolamento o in quarantena.
Tuttavia l’introduzione dell’obbligo di Super Green pass anche per consumare al bancone o nei tavoli all’esterno ha portato a un ulteriore calo del 10%.
Pica ribadisce che la misura è giusta (stessa cosa sostenuta in precedenza anche da Fipe) perché permette di evitare le chiusure degli esercizi commerciali. Tuttavia è innegabile che chi chiede un caffè al banco ha poco tempo a disposizione e magari non ha la voglia o il tempo di aspettare i controlli. Senza considerare, poi, il caos delle verifiche.
Pica ha poi continuato che i bar lamentano soprattutto l’assenza dei lavoratori dipendenti: molti sono in smart working, altri magari preferiscono fare la pausa caffè in ufficio alla macchinetta. In questo caso si parla di un -17% di presenze. Un -8% è stato registrato, poi, fra le donne per una maggior paura dei contagi, mentre si segnala anche un -5% dei giovani, anche a causa del fatto che molti sono in DAD.
A mettere in difficoltà le aziende del settore sono anche i contagi e le quarantene. Riferendosi a Roma, circa 2mila aziende hanno dovuto ridurre gli orari di lavoro a causa del personale in quarantena: si parla del 15% degli esercizi. Inoltre circa 600 negozi, il 4% dunque, hanno dovuto chiudere temporaneamente.