Non solo il latte, anche il settore delle banane sta risentendo del caro-bollette. E così le associazioni del settore chiedono di aumentare i prezzi a listino del 20-30%. Che tanto, a pagare di più, sono sempre i consumatori finali.
A parlare della necessità di questi rincari è Fruitimprese. Le banane, da sempre, per via del loro prezzo ridotto e del loro valore energetico, sono considerate un “frutto rifugio”: quando tutto il resto aumenta, ecco che ci si rivolge alle banane (anche perché sono presenti tutto l’anno, tanto che gli italiani ne mangiano 600mila tonnellate l’anno, circa 10 kg a testa, pari a 60 frutti).
Solo che adesso, anche i costi di produzione delle banane stanno aumentando, motivo per cui gli operatori chiedono di ritoccare i listini dei prezzi del 20-30%. In su ovviamente. Secondo Fruitimprese, questo aumento non inciderebbe troppo sul consumatore visto il ridotto valore unitario del prodotto. Ok, verissimo, ma aumenti di poco questo, aumenti di poco quell’altro, alla fine a fine mese non ci arrivi comunque.
Oltre ai costi di produzione aumentati, bisogna considerare l’incremento dei costi energetici, degli imballaggi e dei trasporti. Secondo Fruitimprese tutti gli operatori della filiera devono collaborare: ok aumentare i prezzi, ma bisogna anche limitare i costi, magari riducendo gli imballaggi impacchettando meno prodotti preconfezionati. È necessario poi anche incentivare la transizione ecologica verso sistemi di conservazione che consumino meno energia.