Baladin lancia la sua Cola Zero, riuscirà a conquistare il grande pubblico?

Baladin lancia la sua Cola Zero, e lo fa con tre parole chiave: senza zucchero, rosso amaranto, Presidio Slow Food.

Baladin lancia la sua Cola Zero, riuscirà a conquistare il grande pubblico?

Le regole del gioco, se così lo vogliamo definire, sono chiare; e per parteciparvi occorre anche e soprattutto guardarsi intorno e agire di conseguenza. Baladin lancia (o meglio lancerà: tra appena una manciata di ore) la sua Cola Zero, nel tentativo di intercettare un segmento di mercato evidentemente fertile. Ma cosa sappiamo del nuovo prodotto?

I dettagli, ahinoi, sono piuttosto rarefatti. Qualche parola chiave: senza zucchero (zero punti per chi l’aveva già intuito), sempre rosso amaranto che squadra che vince non si cambia e lo sanno tutti, Presidio Slow Food. Il gioco si fa interessante, insomma.

Tutto quello che c’è da sapere sulla Cola Zero di Baladin

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Non è la prima volta, a onore del vero, che un ingrediente chiocciolato trova la strada per il mondo delle bibite. Tra gli esempi più rappresentativi c’è naturalmente quello di Lurisia, che all’indomani della sua vendita a Coca Cola (e della conseguente scomunica – e sì, il termine è azzeccato – da parte di Slow Food) ci obbligò a fare i conti con il proverbiale elefante nella stanza: doversi sorbire la pruriginosa contraddizione di una bibita prodotta dal celeberrimo colosso a stele e strisce con il nome di Slow Food stampato in etichetta.

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Parlare di un po’ di storia era doveroso, ma non è certo questo il caso della nuova etichetta Baladin, forte per l’appunto della presenza, tra gli ingredienti, delle noci di cola di Kenema, città in Sierra Leone. I punti caratteristici, in ogni caso, non finiscono qui: c’è quel “senza zucchero” a cui abbiamo accennato in apertura che, per quanto apparentemente scontato, merita un piccolo approfondimento.

Al di là di ogni sentimentalismo più o meno chiocciolato, infatti, è bene ricordare che si tratta di aziende, e che in quanto tali devono necessariamente essere in grado di interpretare e intercettare le pulsioni di mercato. Pulsioni che, per inciso, sono più che eloquenti: numeri alla mano, il 29% di tutti i prodotti venduti in tutto il mondo da The Coca-Cola Company nel 2019 erano a basso o nullo contenuto calorico, in crescita di quasi il 14% rispetto al 2016. E in Italia?

La musica non cambia: “Oltre un terzo dei prodotti di The Coca-Cola Company venduti in Italia nel 2016 è a ridotto, basso o nullo contenuto calorico e tra le cole il 15% delle vendite è rappresentato da varianti a contenuto calorico ridotto, basso o nullo, una tendenza in crescita anno su anno” scriveva l’azienda appena qualche anno fa.