I nostri lettori più attenti si ricorderanno del grande esodo di marchi occidentali che, in seguito all’invasione dell’Ucraina, decisero di abbandonare, cedere (non sempre in condizioni di vantaggio) o, diversamente, ridimensionare le proprie attività commerciali in Russia. Tra gli esempi di maggiore profilo – o comunque, nel bene o nel male, più discussi – ricordiamo quello di McDonald’s, che cedendo alla pressione di un potenziale boicottaggio ha venduto le proprie sedi a un imprenditore locale; o in tempi più recenti all’apparente ritorno “di fiamma” di casa Guinness (parola chiave: apparente) e al caso Danone, che in seguito al takeover del Cremlino si è trovato a vendere a un prezzo fortemente scontato. Diverso ancora è il caso di Bacardi, unica grande azienda del suo settore di competenza ancora operativa nel contesto russo. Almeno fino a questo momento.
Le ultime notizie sul fronte Bacardi, infatti, lasciano ventilare la volontà del colosso di ridurre fortemente la propria offerta locale: l’azienda avrebbe già sospeso quasi completamente le forniture di alcuni dei suoi marchi di punta, tra cui il rum omonimo, la vodka Grey Goose e il gin Bombay Sapphire; con gli stessi rappresentanti di alcune importanti catene di vendita al dettaglio russe che confermano di avere quasi esaurito le scorte di bevande a marchio Bacardi.
Il caso Bacardi in Russia: le ultime novità
Vale la pena notare che Bacardi, pur non accodandosi al grande esodo già citato in apertura di articolo, interruppe le forniture di diversi suoi marchi destinati alla Russia già all’inizio del 2023. Allo stesso tempo, però, è bene notare che prima di questa decisione nel mercato russo erano già presenti riserve significative dei loro prodotti. L’azienda, all’inizio dell’invasione in Ucraina, si era pubblicamente dichiarata contraria alla guerra e donò un milione di dollari alla Croce Rossa, aveva congelato gli investimenti in pubblicità nel mercato locale e bloccato il rubinetto delle esportazioni.
Nell’agosto del 2023 il Wall Street Journal ha riferito, citando i dati doganali del governo russo per l’anno in questione, che la divisione locale di Bacardi ha importato in Russia beni per un valore complessivo di 169 milioni di dollari, con l’utile netto del ramo locale che alla fine del 2022 ha raggiunto la cifra record di 4,65 miliardi di rubli.
Secondo X5 Group, una delle principali catene di vendita al dettaglio russe, Bacardi continuerà ad esportare in Russia principalmente il suo portafoglio italiano, compresi vermouth e spumanti con il marchio Martini. È bene notare, infine, che quanto preso in esame fino a ora non tiene conto delle cosiddette importazioni parallele: nel novembre del 2022, infatti, il Ministero dell’Industria e del Commercio russo avrebbe consentito – secondo RBC, agenzia di stampa locale – tali importazioni parallele senza il permesso del titolare dei diritti per una serie di bevande alcoliche, tra cui Jack Daniel’s, Jim Beam, Johnnie Walker e Chivas whiskey.