Un paio di settimane fa il ministro Lollobrigida annunciò un grande evento “tra tradizione e innovazione”. Ci risparmiamo l’analisi sul sole-cuore-amore della comunicazione food, ma ci fa piacere che il nostro è stato di parola: ad Agricoltura È – questo il nome dell’evento di cui sopra – ha fatto il suo debutto Azzurra, avatar digitale esperta di dieta mediterranea.
La nota stampa, vale la pena notarlo, parla in realtà di “dieta mediterranea italiana”, che guai a non fare intendere che se al mondo si mangia bene è soprattutto merito de noialtri. Azzurra, dicevamo, è un’avatar digitale, un’amica di pennino, una “esperienza interattiva” che vuole guidare gli utenti “nella realizzazione di ricette semplici, equilibrate e autenticamente mediterranee”. Cioè?
Come funziona Azzurra?
Partiamo con le norme operative: Azzurra è figlia di un matrimonio incrociato. All’altare sfilano il team scientifico-nutrizionale del Consiglio per la ricerca in agricoltura, Crea-Alimenti e Nutrizione e Food Innovation Broker, ha dato di fatto vita all’intelligenza artificiale e agli ologrammi 3D.
Azzurra parla, consiglia, fa promozione che pare quasi propaganda: “sarà disponibile online – continua la nota stampa – per continuare a promuovere la cultura della dieta mediterranea italiana nel mondo”. Caspita, speriamo che cominci proprio dagli abitanti dello Stivale, forse talmente convinti di essere custodi del mangiare bene da essersi dimenticati che, a oggi, spesso a volentieri la dieta mediterranea finisce nel cestino.
Azzurra vuole “valorizzare il patrimonio agroalimentare e culinario italiano attraverso l’uso innovativo delle tecnologie digitali e aiutare i cittadini ad aderire alla dieta mediterranea” ha spiegato Stefania Ruggeri, prima ricercatrice e responsabile del team Crea-Alimenti e Nutrizione. “Abbiamo istruito Azzurra con le ricette della nostra tradizione italiana mediterranea” continua Ruggeri, “per offire pietanze gustose” e capaci “di coniugare salute e tradizione”. Consigliamo di aggiungere anche un poco di innovazione, che sta sempre bene.
Si scherza, ovviamente. Pare però doveroso ricordare, come brevemente accennato, che in Italia i primi posti degli alimenti più cestinati sono gli stessi prodotti principi della dieta mediterranea; e che quando non finiscono nel cestino è perché, più banalmente, rimangono sugli scaffali: sapevate che nel Bel Paese i “poveri alimentari” sono sempre di più, e che di conseguenza la dieta mediterranea è seguita da sempre meno individui?