Campari segna una discesa degli utili del 51,6%: la colpa è del Covid-19 e della conseguente chiusura dei cocktail bar. Le vendite del gruppo, nei primi tre mesi del 2020, sono state pari a 360,2 milioni di euro, in calo del 2,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
E, dopo l’acquisizione di Baron Philippe de Rothschild France Distribution e quella dello champagne Lallier per 21,8 milioni di euro, il debito del brand è aumentato a 887,1 milioni di euro. I dati negativi riguardano soprattutto il mercato italiano e la chiusura del canale on-premise a partire da marzo, per fronteggiare la pandemia da Covid-19, che ha più che compensato la crescita resiliente in Nord Europa, Stati Uniti, Canada e Australia. C’è comunque da sottolineare che il dato negativo è frutto di un confronto sfavorevole, considerato il trimestre a bassa stagionalità e la performance del primo trimestre 2019, che aveva fatto segnare un +9,6%.
La nota inviata dalla società a commento dei dati spiega che “Il risultato riflette una performance organica negativa delle vendite, pari a -5,3%, un effetto positivo dei cambi del +0,7%, guidato da un rafforzamento del dollaro americano nei confronti dell’euro, oltre che l’effetto positivo del perimetro del +1,9”.