Che il pranzo o la cena di Natale sia un terreno tanto goloso quanto ricco di insidie non è certo una novità. C’è chi si inciampa nello slalom tra gli antipasti, che quando alla quarta portata si nota che sono già le due del pomeriggio lo sconforto è inevitabile; c’è chi si impegna ad assumere in appena trentasei ore tutte le calore che in un anno solare vengono assunte da un villaggio medievale di modeste dimensioni; c’è chi alla zia che si avvicina con l’ultima fetta di lasagna s’impegna nella migliore imitazione di Bilbo Baggins e mormora un solenne “Dopotutto, perché no? Perché non dovrei?”.
Insomma, è un terreno sì collaudato, ma anche pericoloso – un po’ come il vinello che lo zio solitamente usa per avviare la motozappa, ma che in aria di Santo Natale viene generosamente elargito a tutto il parentame. Anche considerando tutto questo, però, nel leggere che l’ANSA intitola “Natale: arriva il vademecum per superare l’overdose di cibo” una domanda non può che sorgerci spontanea: ma ne avevamo davvero bisogno?
Il vademecum per sopravvivere al Natale
Per carità, non fraintendeteci – siamo certi che dietro il vademecum proposto dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu) ci sia, naturalmente, il genuino desiderio di fare del bene, ché d’altro canto siamo pur sempre a Natale.
I consigli contenuti al suo interno sono però gli stessi suggerimenti che potrebbero essere intuiti da chiunque con un minimo di buona cognizione. “Alternare ai pranzi e cene liberi dei giorni strettamente di festa un regime alimentare più leggero e secondo i principi della dieta mediterranea per il resto del periodo” si legge nel vademecum “in modo da ridurre i giorni dedicati agli eccessi e seguire una alimentazione sana ed equilibrata”.
Siamo sulle stesse note dei servizi estivi che raccomandano di bere acqua e non uscire nelle ore più calde del giorno. Il vademecum continua evidenziando quanto sia “bene ricordare, nei giorni festivi del Natale, che il termine ‘dieta’ si riferisce a ‘stile di vita’ ovvero a una dieta bilanciata e che dunque i diversi tentativi di ‘diete’ pre e post natalizie a nulla servono, se non inserite in un cambiamento delle abitudini di vita”.
Immancabile, sul finale, l’obbligatoria menzione sull’attività fisica. “Pìù che la dieta del prima o dopo le feste” conclude il vademecum “sarà importante pensare a fare più esercizio fisico per smaltire le calorie di alcune pietanze tipiche del periodo natalizio”. Sacrosanto: tra i buoni propositi per l’anno nuovo, invece, si consiglia di ridurre i giorni di pranzi e cene, sprecare meno e muoversi di più. Tranne nelle ore più calde di giugno, luglio e agosto, beninteso.