La democrazia ha fatto il suo corso: vecchia e avvizzita, rappresenta una reliquia del passato inadatta a rappresentare i bisogni e la voce dei cittadini. È il momento di sostituirla e affidare il potere nelle mani di un’entità in cui tutti possono riconoscersi: la birra. Stiamo scherzando? Assolutamente no, il movimento birrocratico esiste davvero: basta affacciarsi in Austria, dove domenica 9 ottobre i cittadini saranno chiamati alle urne e sulla scheda elettorale troveranno ad attenderli il cosiddetto Partito della birra (o Bier Partei). Nato nell’ormai lontano 2015 come “progetto satirico”, il movimento ha cavalcato il proprio motto – Vivi e lascia vivere (tranne i bevitori di Radler) – fino a ottenere undici seggi in quel di Vienna, diventando consiglieri distrettuali con l’1,8% delle preferenze. E la loro ascesa è appena cominciata: il prossimo passo? La presidenza, naturalmente.
Marco Pogo, all’anagrafe Dominik Wlazny, è la mente dietro la cosiddetta birrocrazia e ha di fatto deciso di candidarsi come nuovo presidente dell’Austria: alle urne dovrà affrontare sei altri candidati, tra cui l’attuale presidente Alexander Van der Bellen; e di fatto la sua vittoria pare altamente improbabile – tanto che lo stesso Pogo ha declinato la propria campagna elettorale rifacendosi all’immaginario della lotta tra Davide e Golia. Ma non lasciatevi fregare, il programma del Bier Partei di tutto rispetto: l’importanza della libertà di opinione, ad esempio, è ampiamente riconosciuta; in particolare nella libera scelta della varietà delle bionde. Le persone meno abbienti (da intendere come “con meno talento nel bere”) andrebbero sostenute e aiutate, e la diversità e l’individualità (come la birra straniera) arricchiscono notevolmente la vita.
Tra le altre proposte segnaliamo la creazione di una fontana di birra nel centro storico di Vienna, l’abolizione della tassa sulle bevande nei bar e ristoranti, la fornitura universale mensile di un barile di birra a tutte le famiglie austriache, l’introduzione di test attitudinali obbligatori per i politici e implementare gli aiuti di Stato per salvare la scena culturale, messa al ginocchio dalla pandemia. Attualmente i sondaggi indicano che Pogo potrebbe portare a casa il 5% delle elezioni presidenziali (mentre Van dei Bellen il 60%), ma noi facciamo il tifo per lui: siamo sostenitori dell’importanza dell’istruzione, e crediamo sia fondamentale avere politici che non si sono fermati alla terza media.