Un supermercato nella periferia occidentale di Melbourne, Australia, è stato soggetto di numerose critiche per aver esposto in corrispondenza di un registratore di cassa un cartello razzista. A rigor del vero, secondo l’ABC, l’avviso era incollato alla cassa da almeno tre anni, ma è finito al centro della polemica solo in tempi recenti dopo che una foto è stata diffusa sui social media.
“Se al negozio di bottiglie si presenta un cliente africano, premi il bottone per chiamare immediatamente assistenza! Ci dev’essere un minimo di due membri dello staff quanto serviamo clienti africani”, recita il cartello in questione, ora sparito dalla circolazione. Una portavoce della Metcash, società madre della catena di supermercati, l’ha definito “completamente inaccettabile”, e ha assicurato i media locali che sono state prontamente intraprese “azioni correttive con il negozio in questione”, come l’obbligo di corsi di formazione per l’intero personale.
Corsi che, secondo l’avvocato di Melbourne Maker Mayek, sono semplici manovre eversive per pulire la propria immagine pubblica ed evitare un esame più approfondito degli enti competenti. “Non sono sorpreso che un supermercato abbia preso di mira una minoranza, osservando i clienti che ne fanno parte come se entrassero nel negozio per rubare”, ha commentato. “La triste realtà è che è successo in passato, è successo ora con IGA (la catena di supermercati in questione, ndr) e sicuramente accadrà nel futuro prossimo. Nella nostra comunità semplicemente non dovrebbero succedere episodi del genere, non è un qualcosa che necessità di corsi di formazione”.