Bridgetown, Australia occidentale – una piccola cittadina che ambisce a migliorare la salute mentale dei suoi abitanti più giovani. Un obiettivo nobile, non c’è dubbio, che le autorità locali intendono raggiungere vietando ai minori di 18 anni l’acquisto di energy drink. Il divieto avrà una durata complessiva di quattro mesi, e come accennato punta a migliorare la salute mentale dei più giovani e a ridurre i comportamenti antisociali: i risultati saranno monitorati dai ricercatori del Telethon Kids Institute, che si occuperanno di condurre una serie di sondaggi tra giovani, i loro genitori e gli stessi punti vendita prima dell’introduzione del divieto e una volta che questo verrà cancellato.
Energy drink e salute mentale: qual è il nesso?
“Mi è stato fatto notare che in paese si contano alcuni casi di comportamenti antisociali, con i giovani che in particolare paiono impulsivi e imprevedibili” ha commentato Sarah Youngson, medico di Bridgetown. “Considerando i miei pazienti più giovani ho notato anche un aumento dei casi di insonnia e di problemi di ansia, certamente associati all’uso di energy drink”.
La dottoressa Youngson racconta per di più di avere avuto a che fare con sempre più giovani che raccontano di consumare abitualmente queste bevande, sviluppando difficoltà ad addormentarsi e apatia verso la scuola. Il divieto, in questo senso, mirerebbe a tagliare la proverbiale testa al toro.
L’idea fondamentalmente è quella di trattare la vendita di queste particolare bevande come quella delle sigarette o dell’alcol: “Chiederemo un documento d’identità se il cliente sembrerà avere meno di 18 anni” ha spiegato Laurel Keenan, proprietaria di uno dei negozi che hanno deciso di aderire allo studio. “Personalmente non mi piacciono le bevande energetiche e penso che capire l’impatto sulla salute dei più giovani sia un must”.
Beh, d’altronde un mix di zucchero e caffeina difficilmente può portare a qualcosa di buono: pensiamo a quanto recentemente scoperto da uno studio dell’Università di Pechino, ad esempio, che ha sottolineato il nesso tra il loro consumo e la perdita di capelli.
Ma torniamo al caso Bridgetown: con una popolazione di meno di tremila persone e la città più vicina situata a oltre 30 chilometri di distanza, non sarà facile per la gioventù locale evadere il divieto e procurarsi degli energy drink. “A meno che non abbiano la patente” ha riconosciuto la dottoressa Youngson. “Siamo davvero fortunati che tutti i rivenditori locali abbiano deciso di aderire all’iniziativa: essere una comunità così piccola ha anche i suoi vantaggi”.