C’è un contenzioso legale che vede contrapposto il Consorzio dell’Asiago Dop e Citterio. In pratica Asiago Dop ha citato in tribunale Citterio rea di aver messo in vendita negli Stati Uniti il prodotto Sopressata salame & Asiago Cheese senza bollino, usando così in maniera impropria il nome “Asiago” che è protetto dalla Dop.
Solo che a causa di un vuoto normativo, il tribunale di Milano non può procedere e così adesso Asiago Dop è costretto a ricorrere in appello.
In cosa consiste la causa Asiago Dop vs Citterio?
Tutto inizia nel 2017 quando il Consorzio Asiago Dop si è accorto che negli Stati Uniti la società Euro Foods – Citterio USA vendeva un prodotto chiamato “Sopressata salame % Asiago Cheese”, il tutto privo del bollino del consorzio. Il Consorzio aveva così denunciato questo ennesimo fenomeno di Italian Sounding (si tratta di false denominazioni che si riferiscono a prodotti che ricordano quelli del Made in Italy, ma che utilizzano nomi simili o uguali alle denominazioni protette italiane senza avere le autorizzazioni e i permessi dei vari consorzi).
Sulle prime in realtà il Consorzio aveva provato a raggiungere un accordo: visto che il prodotto utilizzava il nome Asiago in maniera impropria, perché non rendere veritiera e legale la cosa usando il vero Asiago Dop? Solo che, a quanto pare, l’accordo non venne raggiunto e così la causa andò avanti.
Ma adesso, a più di cinque anni di distanza dalla denuncia, ecco lo stop del tribunale di Milano. In pratica non solo l’azienda lombarda si è dichiarata estranea alla distribuzione del prodotto in questione, ma il Tribunale ha anche spiegato che mancano norme e leggi in materia. Si parla di un vero e proprio “vuoto giurisdizionale” che regolamenti i prodotti che evocano i nomi del Made in Italy e che sono venduti negli Stati Uniti.
Quindi niente di fatto per il Consorzio che, però, non si arrende e ha deciso di procedere in appello, ipotizzando anche ulteriori questioni legali in ambito internazionale. Andrà a buon fine? Difficile a dirsi perché continua a persistere una mancanza di accordi fra Unione Europea e Stati Uniti per quanto concerne il problema della protezione dei prodotti di denominazione d’origine protetta europei negli USA.
Nel frattempo Fiorenzo Rigoni, presidente del Consorzio di Tutela dell’Asiago Dop, ha spiegato che spiace constatare il fatto che, in un periodo in cui le minacce per le Indicazioni Geografiche protette hanno aumentato il livello di sfida, ecco che la loro tutela a livello internazionale pesi tutta sulle spalle dei produttori. Per questo motivo Rigoni chiede che le istituzioni intervengano non solo per colmare questo vuoto normativo, ma anche a livello di supporto economico.
A proposito di Italian Sounding: pare che i falsi prodotti Made in Italy sottraggano all’export agroalimentare italiano qualcosa come 60 miliardi.