Lo sentite? È il rumore dei paladini della Sovranità Alimentare che si affrettano a cercare gli estremi per intavolare una crisi diplomatica. Pizza Hut Japan ha lanciato la Umegherita, apparentemente anche nota come “margherita giapponese” – una pizza dove il marchio di fabbrica, per così definirlo, sono le umeboshi, o prugne giapponesi. E badate bene, l’uso del plurale non è a caso: ogni singola fetta della pizza in questione riceve un intero umeboshi.
Siamo certi che ci sarà chi, forte del patentino da custode del buon mangiare che segue innatamente la cittadinanza italiana, storcerà il naso: d’altro canto c’è ancora chi ricicla, da ormai quasi un decennio, le stesse battute sulla pizza con l’ananas sguazzando nel più assordante dei consensi. Ma badate bene: la Umegherita (nome geniale, bisogna ammettere) o “margherita giapponese” è stata creata con la cura e la cautela che contraddistingue il savoir faire nipponico.
Dall’ananas alle prugne: l’idea dietro la “margherita giapponese”
L’Umegherita è stata sviluppata in collaborazione con Tachigui Umeboshiya, shop specializzato in umeboshi situato in quel di Tokyo: prima di individuare la varietà perfetta per accompagnare la pizza, le due aziende – Tachigui e Pizza Hut – hanno preso in esame circa trecento candidati, per poi ridurre il numero ad appena sedici prugne particolarmente promettenti. La scelta è infine caduta su di Shirara, un tipo di prugna Kishunanko che si contraddistingue per una buccia spessa, una consistenza carnosa e un gusto ben equilibrato tra la freschezza dell’acidità e la dolcezza coltivata a Wakayama, la principale prefettura produttrice di ume.
Ma la lista degli ingredienti non termina qui: il formaggio è una miscela di mozzarella e gouda, arricchito da una salsa rosa di umeboshi; il più tradizionale basilico è sostituito da foglie di oba, noto proprio anche come “basilico giapponese”; e la crosta è infine condita con un pizzico di sale in più rispetto alla ricetta, passateci il termine, originale.
Curiosi di provarla? L’Umegherita è già in vendita e sarà di fatto disponibile fino al 12 giugno, esclusivamente nel suo formato di medie dimensioni, al prezzo di 2.600 yen (equivalenti, per darvi un’idea, esattamente a 15 euro e 30 centesimi). Vale poi la pena notare che il suo debutto è stato accompagnato da una serie di promozioni extra: un pacchetto che accompagna la cosiddetta “margherita giapponese” a quella tradizionale per un totale di 3500 yen (venti euro e 60, per i più curiosi) o ancora assieme a due bevande alcoliche (birra Kirin o shochu sour al limone) per 2.950 yen (poco più di 17 euro).