C’è chi ha aperto un agriturismo spostandosi con i genitori dal mare in collina per aprire una piccola azienda agricola, ripulendo l’oliveto, rianimando il vigneto, iniziando a produrre olio extra vergine di oliva biologico e vino rosé. L’alloggio può anche consistere in caravan di provenienza circense immersi nell’uliveto vista mare.
È solo uno dei quasi 23mila agriturismi avviati da più o meno tempo in Italia, che stanno conoscendo una stagione fortunata se non un vero boom, realizzando spesso il tutto esaurito, eventualità molto probabile anche nelle prossime vacanze di Pasqua.
Una tendenza che continua a crescere del 3-4% all’anno, con circa 5mila comuni nel cui territorio si trovano aziende agrituristiche, mentre i clienti si aggirano intorno ai 12 milioni.
Come leggere questo crescente successo? Diversificare i servizi è il fattore chiave.
All’alloggio con possibilità di qualche degustazione, si sono aggiunte nel tempo altre attività: ristorazione, maneggio, fattorie didattiche. Poi, alla popolarità degli agriturismi, non è estranea la gestione: oltre un’azienda agrituristica su tre è a conduzione femminile.
Per avviare un agriturismo la prima condizione è essere imprenditori agricoli, ovvero svolgere attività di coltivazione, allevamento di animali, silvicoltura. Le attività agrituristiche devono essere connesse all’attività agricola, finalizzate alla valorizzazione delle risorse (edifici esistenti, prodotti aziendali, ambiente e risorse culturali del luogo).
Riguardo ai servizi di ospitalità si può scegliere tra alloggi per soggiorno, somministrazione di pasti e bevande rappresentati almeno in parte da prodotti propri, aree attrezzate per il campeggio, attività ricreative, sportive, culturali e didattiche.
È necessario ottenere l’autorizzazione all’esercizio dell’attività dal Comune e dalla Regione, in genere attraverso la Scia, segnalazione certificata di inizio attività.
Iscrivendosi al registro di soggetti idonei allo svolgimento dell’attività istituito dalle regioni, si possono eseguire l’allestimento degli alloggi, degli spazi, dei punti ristoro, e dei servizi per iniziare l’attività, per la quale possono essere usati esclusivamente edifici già esistenti in azienda e non più utili alla conduzione del fondo; le nuove costruzioni non sono consentite.
A questo punto si richiede l’autorizzazione comunale per l’ esercizio dell’attività agrituristica. Se il Comune non risponde alla domanda entro 60/90 giorni, vale il principio del silenzio assenso, per cui la domanda s’intende accolta.