Anche se molti ne ignorano il nome, Antonio Carluccio, famoso e ammirato per la catena di oltre 90 ristoranti nel Regno Unito, di cui 36 nella sola Londra, che proprio a quel nome italianissimo devono una parte del successo raggiunto, è stato cuoco e ristoratore esemplare nel far comprendere agli inglesi la nostra cucina più autentica.
Ce ne rendiamo conto ancor di più da quando è morto, l’alto giorno, all’età di 80 anni.
Una storia imprenditoriale che inizia nel 1991, quando con la moglie apre il primo Carluccio’s, una bottega semplice con il meglio dei prodotti alimentari italiani, per poi espandersi dopo pochi anni nel commercio all’ingrosso.
Ma la mossa che cambia il percorso professionale dell’imprenditore nato a Vietri sul Mare è l’apertura nel 1999, a Market Place, del primo Carluccio’s Cafe, che anticipa e non di poco idee oggi molto diffuse.
Si tratta di un bar-ristorante dov’è possibile pranzare, cenare, ma anche fare la spesa, naturalmente di prodotti italiani.
L’incredibile espansione ha portato Carluccio a quotarsi in borsa nel 2005 e 5 anni più tardi a vendere a un gruppo straniero per la ragguardevole cifra di 90 milioni di sterline.
A Londra dal 1975, quando aveva 38 anni, dopo essersi occupato di vini, ha iniziato a lavorare in un ristorante di Covent Garden, diventandone proprietario nel 1989.
Grazie alla passione, bravura, e all’innata simpatia, Carluccio ha avvicinato alla cucina italiana chef come Jaime Oliver o Gordon Ramsay, in particolare grazie ai 22 libri di cucina che ha scritto e a numerosi programmi televisivi, tra i quali Antonio Carluccio’s Italian Feast e la serie Two Greedy Italians, insieme al collega Gennaro Contaldo.
Per la sua carriera, nel 1998, Carluccio ha ricevuto dal Governo Italiano il titolo di Commendatore nel 1998.
[Crediti | The Guardian]