Antonino Cannavacciuolo in tribunale: “Mai vista l’aula così piena”, commenta il giudice

Antonino Cannavacciuolo si presenta puntuale al tribunale di Ravenna, e indossa i panni della parte offesa: il nodo della questione riguarda i diritti d'immagine.

Antonino Cannavacciuolo in tribunale: “Mai vista l’aula così piena”, commenta il giudice

Un’improvvisa passione per il diritto? Saremo un po’ cinici, ma ci è difficile crederlo. Antonino Cannavacciuolo ha fatto il suo ingresso al tribunale di Ravenna posando il camice da chef e indossando i panni della parte offesa. Ma che è successo?

Al netto del legalese più stretto la vicenda è piuttosto semplice. La denuncia fu sporta dal nostro stesso protagonista nell’ormai lontano settembre del 2018, quando apprese che tre individui stavano utilizzando il suo nome – marchio registrato, com’è ovvio – per promuovere l’apertura di un ristorante-pizzeria di Marina di Ravenna. Il dado è tratto, e l’aula “non è mai stata così piena”.

Le dichiarazioni di Cannavacciuolo in tribunale

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La vicenda, come abbiamo accennato, si trascina ormai da qualche tempo. Solamente nel gennaio scorso lo stesso Cannavacciuolo fu multato in quanto non riuscì a presentarsi in tribunale per il medesimo caso, dove avrebbe dovuto testimoniare. Il motivo? Si trovava a qualche centinaio di chilometri più a Sud, a Matera per essere esatti, impegnato nelle riprese di una puntata di Cucine da Incubo. Dura lex, sed lex: 300 euro di multa, revocata nelle ultime ore su richiesta della difesa. Ma torniamo a noi.

Antonino Cannavacciuolo ha il suo sostituto nel ristorante di Novara Antonino Cannavacciuolo ha il suo sostituto nel ristorante di Novara

La lettura dell’accusa è più che eloquente: tra settembre e dicembre del 2018 i tre in questione avrebbero utilizzato manifesti pubblicitari e un camion vela facendo bella mostra della figura e del volto del nostro protagonista, senza ricevere alcuna formula di permesso da quest’ultimo o dal suo gruppo. Cannavacciuolo conferma: “C’era un tizio che si faceva pubblicità con il mio nome”.

“Ho quasi sei milioni di persone che mi seguono, mi mandarono un po’ di foto” ha spiegato lo chef di Villa Crespi, subito dopo essersi scusato per la mancata presenza di inizio anno. “C’erano volantini e pure un furgone con la mia immagine: andai dai carabinieri”. Non c’è dubbio nelle parole del nostro: il marchio è “registrato e non ne ho mai concesso l’utilizzo”. Ma una domanda rimane inevasa: com’è nato il tutto?

Occorre fare ancora un piccolo salto all’indietro. Siamo nel 2016, e Cucine da Incubo approda a Mantova. Nel ristorante protagonista della puntata lavora una ragazza: la stessa che ora, a otto anni di distanza, siede al banco degli imputati. “Con lei feci una puntata di Cucine da Incubo”, riconosce lo stesso Cannavacciuolo.

Lo chef si occupa, come di consueto, di organizzare un restyling del menu. Menu che da Mantova viaggia fino a Marina di Ravenna: l’ormai ex cameriera aveva pensato bene di fare tesoro dell’esperienza passare e di “traslocare” al mare portando con sé le idee dello chef. Con i soci, poi, ecco l’idea di promuovere l’apertura servendosi di immagine e nome di Cannavacciuolo.