Il bistrot di Novara di Antonino Cannavacciuolo ha chiuso in maniera ufficiale verso la fine di maggio, ma i nostri lettori più attenti ricorderanno bene che la serranda, a onore del vero, era già abbassata da mesi. Da Natale, addirittura. È stata una storia di incertezza e speculazione, i cui prodromi possono essere fatti risalire all’addio dell’executive chef, Vincenzo Manicone.
Poi, uno dopo l’altro, i tasselli del mosaico hanno preso a muoversi: pausa invernale così prolungata da far proliferare polemiche e voci – cambio di gestione? Di format? -, solleciti dalla proprietà sempre più insistenti, lo stesso sindaco che scende in campo, contattando Cannavacciuolo per vederci meglio. Lo chef parla di “valutazioni economiche in corso”: la chiusura ufficiale, dicevamo, arriva a primavera inoltrata. Ora, finalmente, qualcuno è pronto a raccogliere il testimone del dopo-Cannavacciuolo.
Chi è il sostituto?
A riaccendere i fornelli nei locali accanto al Teatro Coccia sarà Luca Mendozza, 47 anni, che stando a quanto raccontato dai colleghi de La Repubblica sarebbe pronto a chiudere gli altri due locali che già gestisce a Novara (un cocktail bar in piazza Puccini, ad appena una manciata di passi dal bistrot di piazza Martiri; e Alchemiae Pizza & Bistrot in via Pietro Micca) per affrontare il nuovo progetto.
Il calendario racconta di un taglio del nastro previsto per la fine di settembre. E se certamente c’è una certa convenienza nel parlare di continuità, è bene notare che Mendozza ha intenzione di portare con sé anche una certa mole di novità. Una su tutte, l’aggiunta di un forno per le pizze: d’altro canto, stando a quanto lasciato trapelare, sarà proprio la cucina di Alchemiae a migrare al Coccia.
Mendozza ha raccontato a La Repubblica di “essere al lavoro da lunghi mesi sul progetto”, e di averlo inseguito con la stessa frenesia con cui si inseguono i sogni: Cannavacciuolo “è il mio idolo” ha spiegato, ” e non potrebbe essere altrimenti per un napoletano doc come me”. Un’ultima occhiata alle norme operative: come saranno i prezzi?
L’eredità è pesante, e le ambizioni tante. “Ma non toccheremo i prezzi”, rassicura il nostro protagonista. “In piazza Martiri la margherita continuerà a costare 7.50 euro, come adesso. Poi ci sono anche le gourmet, più costose, ma non si superano i 16 euro”.