Cipolle. E chi le mangia più? Eppure, proprio il più umile degli ortaggi, spesso ridotto al rango di insaporitore per soffritti senza dignità propria, è alla base di questa storia di successo e di riscatto.
La storia inizia con Antonietta Melillo, intraprendente mamma 38enne che ad Alife, paese di 7000 anime in provincia di Caserta, conduce il negozio di vestiario di famiglia.
In realtà Antonietta ha il diploma di perito agrario anche se non lo ha mai utilizzato, visto che trascorre il suo tempo e ricavan il sostentamento per sé e per la famiglia dal piccolo negozio.
Purtroppo però negli anni Ottanta il piccolo paesino si svuota e il negozio deve chiudere i battenti per mancanza di clienti; Antonietta si ritrova così, di punto in bianco senza lavoro.
“Alife era un paese molto ricco grazie all’agricoltura, – racconta Antonietta all’Huffington Post – fino agli anni Ottanta, quando c’è stata una forte migrazione e le terre sono rimaste incolte. Il mio futuro lo immaginavo diverso, pensavo che avrei portato avanti l’attività di famiglia e invece ho dovuto chiudere perché il paese si stava impoverendo. Con due bambini piccoli per me è stato un momento drammatico”.
Ma proprio in questo difficile frangente, ad Antonietta vengono in mente le cipolle.
O meglio le cipolle del suo paese, una varietà molto antica e già conosciuta, pare, dai gladiatori romani, che proprio con le cipolle si strofinavano il corpo per rassodare i muscoli, e che all’epoca dei Longobardi erano addirittura utilizzate come moneta di scambio.
Antonietta decide di ricominciare a coltivarle, purtroppo però nel corso dei secoli quasi tutti i semi dell’antica varietà sono andati perduti. Non è il momento di darsi per vinta e Antonietta si mette caparbiamente a cercare presso gli anziani del paese, e finalmente un’anziana donna di 83 anni riesce a fornirle una manciata dei preziosi semi.
“Era quasi impossibile trovarli, si stavano estinguendo. Dopo una lunga ricerca ho incontrato una signora di 83 anni che me li ha regalati e dopo poco è morta. Ho capito che dovevo fare presto, prima che di questa coltivazione si perdesse la memoria e anche per lei ho voluto portare a termine questo mio progetto”.
Ma le cose non sono state per nulla facili, soprattutto agli inizi:
“Molti mi dicevano che con le cipolle non si vive, che nessuno le mangia più, ma alla fine sono riuscita a dimostrare il contrario”.
Infatti, oggi le preziose cipolle sono tornate a essere coltivate nel piccolo paese, proprio grazie all’esempio di Antonietta : ‘in molti hanno seguito le mie orme – dice lei orgogliosa – e hanno incrementato la coltivazione. Non fanno parte del Presidio Slow Food perché è difficile seguire le regole dell’associazione ma io credo nell’agricoltura biologica, nella rotazione dei terreni. La teoria non mi manca perché ho il diploma di perito agrario che non pensavo mi sarebbe mai servito, visto che avevo un negozio d’abbigliamento. Ogni giorno, però, devo imparare la pratica”.
E ora, l’Antonietta in versione imprenditrice è anche più soddisfatta della qualità della sua nuova vita:” Spesso porto i miei bambini in campagna, così, anche se sono impegnata, passiamo del tempo insieme. Ai giovani, soprattutto alle donne, dico di non spaventarsi e di tornare a coltivare la terra perché è gratificante e perché si guadagna anche in salute. Prima ero sempre stressata, passavo le giornate al chiuso. Ora vivo molto meglio, sono diventata più saggia e accorta, mi godo di più la vita e la natura’.
Ma non dimentica le difficoltà che ha dovuto superare :
“Questa del ritorno alla terra è un’idea che si sta diffondendo però lo Stato dovrebbe aiutare di più i giovani imprenditori. Aprire un’azienda agricola significa affrontare grosse spese, se non avessi avuto il sostegno di mio marito, non ci sarei mai riuscita. Non basta dire di tornare a coltivare ma è necessario stanziare più fondi”.
Oltretutto, Antonietta non solo coltiva le preziose cipolle, ma si dedica anche alla produzione di specialità, tutte a base di cipolle:
“Un amico mi ha messo a disposizione un piccolo laboratorio – continua Antonietta – , e insieme a un’altra persona produco le cipolle in agrodolce e la crema di cipolle, molto apprezzata da Franco Pepe (il celebre pizzaiolo di ) che la usa come condimento della pizza e la esporta in tutto il mondo”.
E le cipolle di Alife non spopolano solo al loro paese natio ma anche sul Web: in poche ore dalla sua pubblicazione, la storia di Antonietta ha raccolto migliaia di like e centinaia di commenti. Non male per un semplice ortaggio da soffritto!
[Crediti | Link: Huff Post, immagine: Titaly]