“Manca la chiarezza, manca l’informazione” nei dpcm. Così ha dichiarato Antonello Colonna dopo l’entrata in vigore dell’estensione del coprifuoco: chiusura a mezzanotte? Questa novità non soddisfa lo chef (e non è da solo).
Anche Gianfranco Vissani si è dimostrato scettico sul coprifuoco alle 24 anziché alle 23: lo slittamento previsto con il nuovo decreto non convince tutti gli esercenti, in particolare lo chef stellato del “Labico” ha commentato il nuovo orario come una decisione “non soddisfacente”: “Ci regalano un’ora d’aria come i carcerati”, ha detto chef Colonna. “Certo, mezzanotte è meglio delle 22. Ma a mio avviso si tratta solo di palliativi. Per tenerci buoni e forse per farci sperare in un futuro che non vedo all’orizzonte. È da più di un anno che ci sentiamo minacciati, costretti a non poter esercitare la nostra professione, poi basta uscire per vedere cosa c’è nelle strade e sui mezzi pubblici. ‘Liberiamoci… tutti‘, questo è il mio motto, ma rispettando le regole. Purtroppo non tutti lo fanno e lo Stato non le fa rispettare“.
“Ci sono solo due scienze quasi esatte, quella dell’economia e quella della salute – ha proseguito Colonna – ma non si interfacciano mai tra di loro. Ci costringono a diventare clandestini, a non rispettare regole, perché per esempio nei dpcm manca la chiarezza, manca l’informazione. Forse il governo avrebbe dovuto prendere ben altre decisioni, intervenire coraggiosamente e concretamente. Siamo state tra le categorie più attaccate. Non dico di ‘tagliare’ le tasse, ma almeno ridimensionare l’Imu, la tassa sui rifiuti o quella sul suolo pubblico. Siamo il settore che regge questo Paese perché noi siamo una Repubblica fondata sul cibo, non sul lavoro“.
Infine lo chef ha voluto dire la propria in merito alla difficoltà di reperire il personale: “sono d’accordo con quanto sostengono in molti, il reddito di cittadinanza sta distruggendo il lavoro, mancano nei nostri locali risorse, è un altro danno che hanno fatto alla categoria. E poi non è vero, come ho sentito dire in tv, che noi non paghiamo i nostri lavoratori, abbiamo dei contratti nazionali da rispettare e ricordo che il nostro settore è uno dei lavori più sicuri. Penso, purtroppo, che quello che manca invece a molti giovani, oggi, è l’intraprendenza“.
[ Fonte: AdnKronos]