Il documentario che ripercorre la vita di Anthony Bourdain è uscito pochi giorni fa e ha già incassato qualche polemica: la più scottante riguarda la critica mossa dall’ex moglie Ottavia Busia, che non ha apprezzato un dettaglio in particolare.
Si tratta della voce dello Chef Bourdain: il regista, il premio Oscar Morgan Neville, ha dichiarato di aver voluto usare un software particolare per il film, che fosse in grado di “sintetizzare artificialmente” la voce originale dello chef, morto suicida nel 2018. Per poter dare “vita” alla voce dello chef, il regista si è affidato una società di software specializzata, che gli ha fornito a quanto pare persino oltre dieci ore di registrazione.
I certainly was NOT the one who said Tony would have been cool with that. https://t.co/CypDvc1sBP
— Ottavia (@OttaviaBourdain) July 16, 2021
In una scena del documentario Roadrunner, Neville dunque “fa leggere” una e-mail indirizzata all’amico David Cho: ecco, questo dettaglio ha scosso nel profondo la famiglia di Bourdain, tanto che l’ex moglie ha tenuto a precisare che di certo lei non avrebbe suggerito una scelta simile. Anzi, secondo lei al suo ex marito non sarebbe per niente piaciuta l’idea che qualcuno cedesse la sua voce a un software, dopo la sua scomparsa, per utilizzarla a proprio piacimento.
Ad altri, invece, non è piaciuto un altro dettaglio: Asia Argento, sua ex compagna, sembrerebbe aver avuto una parte (volutamente) poco chiara e marginale nel documentario. Il documentario ripercorre non soltanto la vita di Bourdain, ma anche la sua carriera, la sua personalità, curiosità e i momenti prima dell’ultimo gesto. Secondo Neville, inserire in un documentario simile la figura di Asia avrebbe portato soltanto “gossip e mal di pancia”. “Ho sentito di non voler approfondire di un centimetro il suo rapporto con Asia“, ha spiegato il regista al Wall Street Journal, “perché era un argomento difficile. Si potrebbe fare un intero film sull’argomento ma non era il film che volevo fare. Sarebbe diventato complicato“.