Nuovi sviluppi nella morte di Andrea Zamperoni, lo chef morto e ucciso a New York: arrestata la donna che ha dato la droga all’uomo con l’accusa di spaccio di stupefacenti. Se ricordate, mercoledì scorso una soffiata aveva permesso alla polizia di trovare in un motel del Queens il corpo senza vita dello chef 33enne lodigiano, la cui scomparsa risaliva a quattro giorni prima.
Si ipotizza che il decesso sia stato provocato dall’uso di droghe (ma gli esami autoptici sono ancora in corso) e che a fornirgli tali stupefacenti sia stata una donna, Angelina Barini, una prostituta di 41 anni. La causa della morte deve essere ancora accertata, tuttavia le prime ricostruzioni indicano il coinvolgimento di questa donna. Ma le cose si complicano: la donna, infatti, sarebbe stata coinvolta nella morte di tre clienti, tutti deceduti a seguito di overdose. La polizia americana si riferisce a questi tre morti con i nomi inventati di John Doe 1, John Doe 2 e John Doe 3. Proprio il terzo viene identificato con un uomo italiano di 33 anni, morto nella camera della donna nel motel del Queens nello stesso giorno in cui è morto Zamperoni.
Da quanto emerso dalle prime testimonianze della prostituta, la donna ha ammesso di aver incontrato Zamperoni tre giorni prima del ritrovamento del suo cadavere, quindi la domenica in cui l’uomo era di riposo dal suo lavoro come capo cuoco al ristorante della catena Cipriani dove lavorava. La donna ha spiegato di aver portato Andrea nella sua stanza dove lui avrebbe pagato per un incontro sessuale. La prostituta ha poi riferito che, dopo aver consumato l’atto, il cliente non si era più svegliato, perdendo sangue dal naso e dalla bocca.
La donna ha così chiamato il suo “protettore” e, insieme a dei complici, avrebbero nascosto il corpo dello chef nelle lenzuola, buttandolo poi in un contenitore di rifiuti. Sempre secondo quanto rivelato dalla deposizione, il gruppo avrebbe anche ventilato l’idea di “tagliare il corpo a pezzi” per farlo uscire dal motel.
Quando la polizia è arrivata al motel, la Barini non voleva aprire. Tuttavia i poliziotti hanno sentito, sotto l’odore di incenso, anche il tipico odore di un corpo in decomposizione e sono riusciti a entrare con la forza. La donna ha subito negato la sua colpevolezza, ma poi ha ammesso di aver dato allo chef dell’estasy.
John Doe 1 e John Doe 2, invece, le altre due presunte vittime della Barini, sarebbero morte a luglio. Non si sanno ancora i loro nomi, ma si sa con certezza che una vittima è morta per overdose di fentanyl, mentre l’altra per overdose di cocaina, metanfetamine e alcol. Le indagini, tuttavia, sono ancora in corso: Angelina Barini rimane per ora in carcere, senza possibilità di rilascio su cauzione. I magistrati, per ora, hanno accusato la donna di distribuzione e possesso per spaccio di sostanze stupefacenti. Intanto si cercano anche gli altri complici.