Andrea Lonardi, già consigliere di Unione Italiana Vini (Uiv) nonché vicepresidente del Consorzio tutela vini Valpolicella e direttore operativo di Angelini Wines & Estates, è stato ufficialmente nominato Master of Wine dall’omonimo Institute londinese. I nostri lettori più attenti sapranno che si tratta di fatto del secondo italiano – il primo, ve lo ricordiamo noi, fu Gabriele Gorelli nel febbraio del 2021 – ad avere ottenuto il privilegio di entrare nel prestigioso (nel più prestigioso, dovremmo scrivere) “club” enologico. Complessivamente il riconoscimento in questione è stato rilasciato a 413 individui provenienti da 31 Paesi – un Monte Olimpo del vino la cui salita dura, secondo una media sommaria, dai sei agli otto anni.
Andrea Lonardi nominato Master of Wine
Un’impresa olimpionica, per l’appunto, costellata di prove degne del mito: per conquistare la vetta ed essere riconosciuti Master of Wine occorre infatti affrontare duri test di teoria (in appena cinque giorni, tanto per farvi un esempio, è necessario scrivere tredici saggi su enologia, viticoltura, controllo qualità, marketing e via dicendo), degustazioni alla cieca (scontato: per essere un Master non basta parlare di vino, ma anche saperlo degustare) e una serie di progetti di ricerca individuali. Andrea Lonardi, classe 1974, avviò la sua prima selezione nell’ormai lontano 2014.
La sua nomina – così come quella, già citata in precedenza, di Gabriele Gorelli – è naturalmente motivo di prestigio per il mondo vinicolo italiano, ma anche una occasione di riflessione per il futuro prossimo. “Questa nomina, meritatissima, ci rende entusiasti ma allo stesso tempo ci fa riflettere di come il nostro settore abbia sempre più bisogno di figure di questo spessore” ha commentato a tal proposito il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi. “Gabriele Gorelli e Andrea Lonardi avranno la responsabilità di portare con sé il vigneto Italia nel mondo e speriamo che nel prossimo futuro la community tricolore possa crescere ancora”.
La nomina di Andrea Lonardi a Master of Wine rappresenta, in altre parole, una concreta occasione per il vino del nostro caro e vecchio Stivale – tanto in termini economici e di diffusione dei prodotti quanto culturale. Un aspetto, quest’ultimo, che non è di certo sfuggito al segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti: “La perseveranza e la dedizione del nostro consigliere è finalmente stata premiata, e questo ci fa particolarmente piacere” ha commentato in occasione della nomina. ” L’Italia del vino potrà contare su un nuovo alleato anche sul fronte commerciale: è noto infatti di come l’Istituto attraverso i suoi membri possa essere decisivo sui mercati internazionali, a partire da quelli emergenti”.