Anchor Brewing era il birrificio artigianale a stelle e strisce più vecchio in assoluto. Parola chiave – siamo certi che i nostri lettori più attenti l’avranno notata – è naturalmente “era”: dopo una storia lunga 127 anni nata a San Francisco, la società ha annunciato che cesserà le operazioni e l’attività sarà di fatto liquidata. La cosiddetta pietra dello scandalo, stando a quanto riportato dal comparto di relazioni pubbliche della stessa Anchor Brewing, è stata “una combinazione di fattori economici difficile” esacerbata dalle “vendite in calo dal 2016”. In altre parole, e semplificando – fin troppo – l’intera vicenda, fare affari non era semplicemente più sostenibile.
Anchor Brewing: un’altra vittima dell’aumento dei costi?
Stando a quanto lasciato trapelare dai media d’Oltreoceano, i dipendenti di Anchor Brewing hanno ricevuto nella giornata di oggi – mercoledì 12 luglio – un preavviso di 60 giorni “con l’intento di fornire supporto alla transizione e pacchetti di separazione in linea con le pratiche e le politiche aziendali”. Un modo gentile e freddamente aziendale per dire che ehi, molto probabilmente stiamo per tirare giù la serranda. Occhio a non rimanere chiusi dentro!
La produzione è di fatto già cessata, ma il confezionamento e la distribuzione dei lotti di birra già prodotti (e immaginiamo ordinati) proseguiranno fino alla fine di luglio.
Nella chiusura di Anchor Brewing possiamo trovare tutti i sintomi della crisi dei costi che, dal periodo immediatamente successivo alla pandemia ai giorni nostri, ha di fatto condannato – o comunque messo in forte difficoltà – buona parte del settore. Clienti mediamente più poveri e costi di produzione in crescita – una formula difficile da fare quadrare: a tal proposito pensiamo, ad esempio, a come nel Regno Unito il settore dell’ospitalità ha “sanguinato” oltre dodici attività al giorno nel corso dell’ultimo anno.
A onore del vero è tuttavia giusto fare notare che le crepe nel mondo di Anchor Brewing si vedevano già da qualche tempo. Sotto la guida di Sapporo, che acquistò il birrificio per 85 milioni di dollari nel 2017, i volumi di produzione hanno fatto registrare un calo ogni due anni con la sola eccezione del 2021, seguito poi da un crollo del 10% nel 2022; e come accennato le vendite avevano già cominciato a diminuire nel 2016.
“Questa è stata una decisione estremamente difficile che Anchor ha raggiunto solo dopo molti mesi di attenta valutazione”, ha detto Sam Singer, il portavoce di Anchor Brewing. “Riconosciamo l’importanza e il significato storico di Anchor per San Francisco e per l’industria della birra artigianale, ma gli impatti della pandemia, dell’inflazione, specialmente a San Francisco, e di un mercato altamente competitivo non hanno lasciato all’azienda altra scelta che prendere la triste decisione di cessare le attività”.