Paese che vai, crisi del vino che trovi – o almeno così si potrebbe pensare, a giudicare dai rapporti e dai dati che abbiamo preso in esame nel corso degli ultimi mesi. È bene partire dal presupposto che, di fatto, la congiuntura economica nettamente negativa dell’ultimo biennio, macchiato dal costo della vita e dal tasso di inflazione in forte crescita, ha inevitabilmente finito per avere un effetto negativo sul consumo di beni alimentari non essenziali (come proprio il vino, per l’appunto).
Le conseguenze di questa prima ma democratica “regola” è un calo delle esportazioni, che a onore del vero abbiamo visto tanto per il nostro Stivale quanto per gli amici dall’altra parte delle Alpi. Non che dall’altra parte dell’Oceano tiri un’aria tanto migliore: il rapporto State of the Us Wine Industry Report 2024 della Silicon Valley Bank racconta di vendite e consumi in chiara contrazione.
Le difficoltà del vino nella terra a stelle e strisce
Anche nel Vecchio Continente il capitolo consumi, giusto per mettere le cose in chiaro, parla di segni rossi: in Francia, mentre i viticoltori del Bordeaux estirpano migliaia di ettari di vigneti, si pensano a modi più o meno fantasiosi per stimolare la gente – giovani in primis – a colorare il calice, come abbassare le tasse ai ristoranti che promuovono il vino locale.
Ma torniamo a noi – discutevamo degli Stati Uniti, ricorderete. Numeri alla mano, nel corso del 2023 le vendite di vino sono diminuite tra il -2% ed il -4% su base annua – un trend che secondo gli esperti dovrebbe allungarsi anche nell’anno corrente, considerando che l’economia a stelle e strisce comincia a mostrare i sintomi di una recessione.
Ciò che più potrebbe (e dovrebbe preoccupare), considerando il fatto che stiamo parlando del primo mercato al mondo per quanto riguarda il vino e il migliore amico delle esportazioni italiane, è che le frange più giovani della popolazione si stanno allontanando sempre più dal nettare di Bacco.
Un déjà vu? Abbiamo già dato un rapido sguardo ai cali delle importazioni francesi e italiane, ma è bene notare che tali contrazioni riguardano tutte le fasce di prezzo – dalle etichette nella fascia tra 11 e 15 dollari (-6%) a quelle sopra i 25 dollari, in perdita in doppia cifra.
Ma cosa sta portando gli americani, giovani in primis, ad allontanarsi dal vino? Le ragioni, come potrete avere intuito, sono molteplici – stando a un sondaggio del Wine Market Council c’è chi semplicemente vuole meno alcol (16,7%), chi vuole risparmiare (16,2%) e chi intende tagliare gli zuccheri assunti (9,3%). Salute e portafoglio che piange, sostanzialmente.
Diamo un’ultima occhiata all’altra faccia della medaglia: i cosiddetti core wine drinker, ossia i consumatori abituali, si trovano principalmente tra gli over 70 con un comunque modestissimo 23%; mentre nelle fasce più giovani – 30-39 anni e 21-29 – si rimane incagliati rispettivamente al 20 e al 16%.