“L’erba del vicino è sempre più verde” dice il proverbio – ma al momento, incastonati nel cuore dell’inverno, l’erba pare pallida e secca da una parte quanto dall’altra. Numeri alla mano si potrebbe dire che quello attuale è un momento complessivamente difficile per il mondo del vino – e questo a prescindere da interventi più o meno puntuali come quello di Report, che ha forato la bolla di nicchia del settore approdando anche nel dibattito pubblico; o dal grossolano contrordine europeo che ha condannato al macero centinaia di milioni di etichette già stampate.
Chiaro, parlare di vera e propria crisi è probabilmente eccessivo; ma d’altro canto è inevitabile che le profonde difficoltà economiche dell’ultimo biennio, macchiato da un costo della vita e dal tasso di inflazione in crescita, abbiano avuto un effetto sui consumi non essenziali come, per l’appunto, il vino. Questo si è tradotto, come già abbiamo visto, in una decisa contrazione del flusso in export del vino italiano; ma a onore del vero il vigneto dello Stivale non è l’unico a patire un calo: dall’altra parte delle Alpi, infatti, la Francia sta vivendo una situazione piuttosto simile.
L’export del vino francese: diamo un’occhiata ai numeri
Stando a quanto lasciato trapelare dall’Osservatorio Spagnolo del Mercato del vino i primi nove mesi dell’anno in corso hanno visto il flusso di esportazioni di vino francese subire una contrazione dell’1,3%, arenandosi a un valore complessivo di 8,8 miliardi di euro.
A saltare all’occhio è però anche e soprattutto il calo in termini puramente quantitativi: il volume dell’export di vino francese ha infatti fatto registrare una diminuzione nell’ordine dell’8,7%, equivalente – tanto per intenderci – a 958,5 milioni di litri.
La bilancia commerciale, come i nostri lettori più attenti avranno già intuito, si è naturalmente già mossa per equilibrare il gioco del mercato: il prezzo medio, stando ancora ai dati diffusi dall’Osservatorio, ha di fatto registrato una crescita dell’8% arrivando a quota 9,27 euro al litro, che supera di quasi tre volte il valore del vino italiano.
A pesare sulla performance francese è stato soprattutto il mese di settembre, che ha visto il flusso di export subire un crollo di addirittura il 20%. Sarà interessante verificare l’andamento dei numeri durante il resto dell’anno: nel frattempo, è bene notare che anche lo stesso Champagne ha subito un calo delle vendite (anche se la bolla francese per eccellenza proveniva da un anno di record) e che la Borgogna promette di avere tutte le carte in regola per un’ottima annata.