Qualcosa sta cambiando, e a questo punto potremmo tranquillamente parlare di segreto di Pulcinella. I sintomi arrivano da un po’ tutto il mondo: numeri alla mano la birra analcolica o a basso contenuto alcolico è sempre più popolare, tanto da essere diventata sponsor di una delle più grandi squadre di calcio al mondo e avere dominato le tendenze di consumo persino durante la finale di Euro 2024. Persino a Monaco, patria dell’Oktoberfest, è spuntato il primo Biergarten analcolico.
Qualcosa sta cambiando, dicevamo. In Germania i dati dell’Ufficio federale di statistica indicano che le vendite di birra alcolica in tutto il Paese sono diminuite del 4,5% nel corso del 2023, a coronare una decrescita che già si protrae da qualche tempo. A crescere, nel frattempo, sono le stesse varianti analcoliche: mors tua vita mea?
Meno carne, meno birra: è rivoluzione?
Gli stessi dati del Destatis – questo il nome dell’ufficio federale tedesco -, dicevamo, raccontano di come la produzione (e le vendite) di birra analcolica sia di fatto raddoppiata nel corso dell’ultimo decennio, con 556 milioni di litri prodotti e 548 milioni di euro di vendite complessiva.
Allo stesso tempo prodotti che similarmente condividono un basso tenore alcolico, come i radler (mix di birra e limonata), hanno a loro volta fatto registrare un aumento dai 328 milioni di litri del 2013 ai 363 milioni di litri dello scorso anno. Aumento modesto, è chiaro: ma comunque sintomatico di una tendenza più ampia.
I numeri vanno interpretati, è chiaro, e a onore del vero è bene sottolineare che lo stesso rapporto si conclude sottolineando come, nel Paese, si produca “ancora molta più birra alcolica”. Con l’archiviare il tutto a moda passeggera, però, si rischia di perdere un’occasione: di crescita se siete produttori, è chiaro, ma anche e soprattutto di comprendere il mercato e i gusti dei consumatori.
Sono due i paragoni “parlanti”, per così dire: il primo è con il mondo del vino, talmente obbligatorio da sembrare quasi addirittura scontato. Così come per la birra, anche la bevanda di Bacco sta vivendo un momento di contrazione dei consumi a favore delle varianti no e low alcol.
Particolarmente vivace, ad esempio è il dibattito attorno al cosiddetto vino dealcolato, branca della vinificazione inesorabilmente ostacolata dall’opposizione del ministro Lollobrigida ma che, di fatto, ribolle di innovazione e opportunità di crescita. Il secondo riguarda i consumi di carne. Anche in questo caso, i numeri ci raccontano che i Tedeschi non ne hanno mai mangiata così poca, mentre sono sempre più popolari le alternative a base vegetale.