L’altroieri l’agenzia di stampa Canadian Press –la seguo sempre, per aggiornarmi sulle mirabolanti avventure del super-premier Justin Trudeau– posta la foto di un meraviglioso astice con una chela enorme con sopra impresso il marchio della Pepsi (a dire il vero: un suo brandello).
Chi debba le proprie conoscenze di biologia marina alla visione di SpongeBob, la serie animata americana, si rammaricherà: hanno catturato Larry, l’aragosta culturista, mentre si faceva un drink dopo un po’ di panca.
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I lettori più attenti della Canadian Press vengono invece a conoscenza di questo: l’animale è stato catturato l’altroieri dal peschereccio Honor Bound nel mare di Grand Manan, l’isolone di fronte alle coste del Maine e del Nuovo Brunswick.
“Ma come mai l’amico astice ha un brandello di marchio Pepsi sulla chela?” si chiederanno tutti.
La risposta più plausibile è che ormai il mare fa così schifo che gli animali si fanno le tane in mezzo ai rifiuti. Il mare non lo bonifica nessuno: magari si prova a inquinarlo di meno, ma quel che è stato è stato.
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Ma il punto non è questo.
Il punto è: la Pepsi su un astice. E’ uno scandalo. Ci voleva almeno un’etichetta di champagne.