Dal terremoto che nel corso delle ultime ore si è abbattuto sulla Liguria intera, con l’arresto del presidente della Regione Giovanni Toti, dell’imprenditore Aldo Spinelli e dell’amministratore delegato di casa Iren Paolo Emilio Signorini, fanno seguito le cosiddette scosse di assestamento. E una di queste, per così dire, si è allargata fino a coinvolgere anche Esselunga.
Stando a quanto lasciato trapelare dai colleghi di Genova Today, infatti, la lettura proposta dalla Procura di Genova è che il colosso lombardo della grande distribuzione organizzata avrebbe pagato pubblicità elettorale in cambio del proverbiale semaforo verde alle pratiche per l’apertura di due punti vendita locati rispettivamente a Sestri ponente e Savona.
Caso Toti, nell’inchiesta finisce anche Esselunga: tutti i dettagli
La ricostruzione effettuata dai magistrati è chiara ed eloquente: Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di casa Esselunga, avrebbe di fatto tenuto i rapporti tra lo stesso Toti e Matteo Cozzani, capo di gabinetto del presidente della Regione a cui, a sua volta, sono stati contestati i reati di corruzione elettorale con personaggi mafiosi.
Di seguito il testo messo a punto dalla stessa Procura di Genova: “Al presidente della Regione Liguria e a Matteo Cozzani viene contestato di aver accettato la promessa di Francesco Moncada – si può leggere – di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del 12.6.2022, a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona”.
I passaggi pubblicitari in questione, come appena visto pagati in maniera occulta da Esselunga a Toti, sarebbero per l’appunto comparsi sull’apposito pannello esposto su Terrazza Colombo, nel grattacielo che si alza da piazza Dante, in occasione della campagna elettorale comunale risalente al giugno del 2022. Vale la pena notare, per di più, che stando a quanto lasciato trapelare dalle intercettazioni le trattative tra le parti avvenivano sulla barca di Spinelli, sempre puntuale nel “trovare una soluzione” alle questioni legate a concessioni e autorizzazioni.
La risposta da parte di Esselunga, al netto di quanto riportato fino a ora, non si è naturalmente lasciata attendere: “In merito alle indagini della procura della Repubblica di Genova” si legge in una breve nota stampa rilasciata nella mattinata di martedì 7 maggio, giorno dell’arresto dello stesso Giovanni Toti, “Esselunga dichiara che il proprio management ha sempre agito correttamente ed esprime fiducia nell’operato della magistratura auspicando che si faccia tempestivamente chiarezza sui fatti”.