Un futuro analcolico: la più recente analisi di mercato realizzata da IWSR Drinks Market Analysis ha preso in esame consumi e vendite dei prodotti analcolici tracciando una parabola decisamente ascendente grazie a una domanda sempre più crescente da parte dei consumatori. Ma prima di gettare lo sguardo troppo in là diamo una veloce occhiata ai dati attuali: birra analcolica, sidro, vino dealcolizzato (un prodotto, quest’ultimo, che secondo Francesco Lollobrigida dovrebbe avere tutt’altro nome) e bevande non alcoliche hanno messo a segno un aumento in volume del 7% in dieci mercati chiave a livello globale nel corso del 2022, ipotecando un ritmo di crescita che, nei quattro anni a venire, dovrebbe nettamente superare quello registrato negli ultimi quattro.
Bibite e bevande analcoliche: una scelta sempre più popolare
È importante notare, rimanendo in questo contesto, che la crescita in questione sarà con ogni probabilità guidata ai prodotti prettamente analcolici in particolare, che stando alla sopracitata analisi di mercato dovrebbero rappresentare oltre il 90% della crescita prevista del volume totale della categoria.
“La dinamica categoria no e low alcohol offre opportunità per una crescita incrementale delle vendite in quanto i consumatori vengono reclutati anche da categorie di bevande come le bibite o la semplice acqua” ha commentato a tal proposito Susie Goldspink, responsabile dello studio di IWSR Drinks Market Analysis. “Poiché sempre più persone scelgono di evitare l’alcol in determinate occasioni – o di astenersi del tutto – i prodotti di questa particolare categoria stanno aumentando costantemente la loro quota di mercato”.
A proposito di mercato: è interessante notare che a oggi la prima platea per questa categoria di prodotti è la Germania, seguita Giappone, Spagna, Stati Uniti e Regno Unito; con Canada e Australia che invece si sono distinti per una tendenza a una crescita particolarmente dinamica negli anni a venire.
Pensare che la crescente popolarità degli analcolici sia un fenomeno improvviso, tuttavia, significa sottovalutare la portata di questa tendenza: basti pensare al fatto che, nel Regno Unito, poco più di un terzo delle visite nei pub si risolve senza consumare bevande alcoliche di alcun tipo; con i cittadini britannici (e non solo) che sono consapevoli come non mai degli aspetti pericolosi dell’alcol e il 55% di loro che ha espresso chiaramente il desiderio di ridurre il proprio consumo di alcolici. Allo stesso tempo, tuttavia, è opportuno anche segnalare che, secondo i più recenti rapporti redatti dall’Oms, nel contesto del Vecchio Continente si registra il più alto livello di consumo di bevande alcoliche al mondo.