Ami molto il caffè? Forse è “colpa” di un batterio nel tuo intestino

Amanti del caffè, sappiatelo: probabilmente il vostro intestino è pieno di Lawsonibacter asaccharolyticus. Ma niente timore, non vi farà del male.

Ami molto il caffè? Forse è “colpa” di un batterio nel tuo intestino

Fate parte anche voi della pletora di persone a cui la mattina non si può rivolgere la parola se non hanno ancora inaugurato la giornata con la loro tazzulella ‘e café? Se sì, la scienza ha una notizia da darvi. Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Microbiology ipotizza che la colpa della vostra “dipendenza” da caffè sarebbe da attribuire a un batterio, il Lawsonibacter asaccharolyticus. Questo microrganismo è mediamente presente dalle 4,5 alle 8 volte più comunemente nelle fasce di popolazione che bevono molto caffè rispetto a quelle che non lo bevono affatto. La ricerca, tra l’altro, è stata in qualche modo “facilitata” del fatto che questa bevanda è solitamente consumata ogni giorno o praticamente mai, per cui i dati riportati dai partecipanti allo studio sono quantomai accurati.

Premessa: il microbioma

microbioma

Partiamo da una brevissima definizione preliminare. La parola chiave è microbioma, in particolare quello intestinale, ovvero l’insieme delle comunità microbiche che vivono nel nostro apparato digerente. Se ultimamente avete guardato qualche documentario sul corpo umano (tipo Hack Your Health: i segreti dell’alimentazione, su Netflix), saprete che questa simpatica tribù di microrganismi è responsabile in gran parte del nostro stato di salute. (Anche) per questo lo studio sul caffè di cui vi parliamo è così importante: perché rappresenta un modello di ricerca applicabile anche ad altri alimenti al fine di scoprire il loro effetto sul nostro benessere o malessere.

Il batterio che ama il caffè

Riavvolgiamo il nastro. Se andate pazzi per il caffè, dicevamo, sarebbe tutta colpa di un batterio. L’ipotesi deriva da uno studio condotto su 22.867 partecipanti di Stati Uniti e Regno Unito, arricchito con dati pubblici provenienti da altri 211 campioni – per un totale di 54.198 individui. L’indagine si è concentrata sulla correlazione tra il consumo di caffè (non caffeina, attenzione) e la presenza del Lawsonibacter asaccharolyticus.

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I risultati hanno dimostrato che probabilmente l’abbondanza di questo batterio è stimolata dal consumo di caffè non solo a livello personale, ma anche di popolazione. Dai dati si evince che questi esseri dalle dimensioni micrometriche prosperano maggiormente nelle società urbanizzate con stile di vita “occidentale”, mentre non proliferano nella pancia di quelle rurali non “occidentalizzate” e, sorpresona, di neonati e bambini. Domattina mentre prendete il caffè al bar raccontatelo ai vostri vicini di banco.