“Se abbiamo clienti? Ringraziando Dio siamo sempre al completo da quando abbiamo riaperto qui, all’area Food. Duecento coperti non bastano mai”.
Chi parla è la titolare del ristorante Roma, uno dei simboli di Amatrice, spazzato via lo scorso agosto dal sisma che ha trasformato questi luoghi in un cumulo di rovine e disperazione.
La gente di Amatrice ha tenuto duro e ora, a distanza di appena un anno, si è risollevata dimostrando che ricominciare è possibile.
Grazie anche ai fondi arrivati da tutta Italia che hanno permesso di riaprire l’area Food, inserita nel Polo della ristorazione di Amatrice, in cui si trovano otto dei ristoranti rasi al suolo dal terribile evento.
Tre sono i ristoranti che hanno aperto i battenti il 29 luglio nei moduli prefabbricati in legno, secondo il progetto dell’architetto Stefano Boeri, e a breve, forse già la prossima settimana, apriranno anche i rimanenti cinque.
Pochi metri di passeggiata gourmet che sintetizzano la storia di Amatrice, borgo a cui non fanno difetto le virtù culinarie. I ristoranti principali ci sono tutti, da quelli che erano già aperti nel 1968 come “La Conca” che a causa del sisma ha perso due dei proprietari, alle nuove leve della ristorazione come Daniele Bonanni e il suo “Ma-trù”
Poi, via via, tutti gli altri: “Da Giovannino”, “Il Castagneto”, “Mari e Monti”, “La lanterna” e il bar “Patrizia”.
E siccome sulle presenze di clienti e turisti si gioca il futuro di Amatrice, da tutta Italia è iniziata una gara di solidarietà, con i clienti e i turisti che si mettono in fila anche per un’ora pur di prendere posto nei tavoli dei locali.
In alcuni casi, come al ristorante “Da Giovannino”, i tavoli sono già tutti prenotati, mentre al ristorante “Roma” la gente si accalca anche per il secondo turno di servizio.
“Avessero aperto anche gli altri ristoranti avrebbero lavorato anche loro. Ma alcuni ancora non se la sentono. Altri apriranno a giorni”, dice Simona, la titolare del Roma.
A ferragosto Ed è un una vera gara di solidarietà, per far sentire a chi ha perso tutto che vivere è ancora possibile: “Oggi ne abbiamo avuti da tutta Italia – dice Roberto, del ristorante Da Giovannino -. Vengono per farci coraggio, per esserci, per starci vicino. Ed è la cosa più bella, dopo quel che ci è accaduto”.
Per esserci. Per fare sentire la propria condivisione, la propria vicinanza, per non abbandonare questa terra e queste persone già così duramente colpite.
Cogliendo l’opportunità di gustarsi anche un ottimo piatto di pasta all’amatriciana.
[Crediti | Link: Rieti Life]