Ah, la dualità di Sanremo – da una parte l’innegabile presenza una cassa di risonanza dalla portata pressoché assoluta (almeno nel contesto del nostro caro e vecchio Stivale, ecco), dall’altra il sospetto che tale capacità di “fare eco” sia sporcata da intenzioni più maliziose, che possono spaziare dalla strumentalizzazione alla (forse) più banale intenzione di alimentare gli ascolti. Queste le premesse con cui la cosiddetta protesta dei trattori approda sul palco dell’Ariston.
L’idea c’era forse già da qualche tempo; ma ha finito per presentarsi nella sua concretezza in occasione della prima conferenza stampa del Festival, dove erano naturalmente presenti Amadeus e Fiorello. È quest’ultimo ad aprire le danze: “Sarebbe bene che arrivassero i trattori, un palcoscenico come quello di Sanremo non lo trovi ovunque”. Amadeus gli ha subito dato manforte: “Allora io li faccio salire sul palco”.
La protesta dei trattori approda a Sanremo
Lo stesso Amadeus, rimanendo sull’argomento, non ha fatto mistero della sua personale lettura: “La protesta è giusta e sacrosanta”, ha spiegato nella sopracitata conferenza stampa. E per carità, al netto delle più recenti fioriture che hanno portato a crude scene di vandalismo e a richieste amaramente irragionevoli (come altro potreste definire chi pretende di accedere ai fondi, ma allo stesso tempo si rifiuta di incontrare le condizioni dell’Europa?), dobbiamo riconoscere che non ha tutti i torti.
Vogliamo dire, la protesta dei trattori altro non è che il più rumoroso sintomo di un malcontento – quello degli agricoltori, per intenderci – anche legittimo, che è figlio della limpida preoccupazione per il futuro. In parole (molto) povere la protesta è stata innescata dal culminare di problematiche di natura anche diversa ma pericolosamente intersecanti tra loro.
I casi più pressanti sono, naturalmente, di matrice economica; e spaziano della riduzione dei sussidi in un momento di evidente difficoltà economica o delle politiche ambientali che, secondo la spietatezza del mercato, potrebbero favorire importazioni da paesi con norme meno severe con cui è impossibile competere.
Nella sua complessità la protesta dei trattori si porta dietro anche un certo bagaglio di vulnerabilità, in quanto si presta a maliziosi tentativi di strumentalizzazione (il più in vista è forse il famoso scatto di Parigi assediata da barricate di fieno), e portarla a Sanremo potrebbe esporla ancora di più a correnti di questo genere.
Detto questo, pare che il fronte dei trattori abbia accolto l’invito: “Un nostro rappresentante salirà sul palco di Sanremo” ha commentato Danilo Calvani, leader del Comitato degli agricoltori. “Siamo in contatto con l’organizzazione del Festival per stabilire i dettagli”. Amadeus e Fiorello, nel frattempo, scherzano: “Sai chi sarà il primo che arriverà sul trattore, vero? Al Bano”. Non stentiamo a crederci: le sue dichiarazioni a riguardo erano più che eloquenti.