La regola è dolorosamente semplice – quando una data materia prima viene a mancare in quantità il prezzo non può che salire. D’altronde, nel corso degli ultimi anni il vostro portafoglio non potrà che avere sentito l’urto dell’olio di oliva o delle bollette; e se avete avuto la fortuna di presenziare all’ultimo Oktoberfest avrete notato che il primo protagonista, quest’anno, non era tanto la birra quanto il prezzo di quest’ultima. L’inflazione, naturalmente, gioca un ruolo importante, ma non sempre (e quasi mai, a dire il vero) è l’unica forza innescante: basti dare un’occhiata all’ultimo tassello dei mosaico dei rincari, ossia le vongole, vittime – in tutti i sensi – della fame del granchio blu.
Vongole tra granchio blu e rincari: Natale si avvicina
Nulla di nuovo, diranno i nostri lettori che più attentamente hanno seguito le vicende degli ultimi mesi sulla dorsale Adriatica. Ve la facciamo semplice: il granchio blu, predatore alieno che nell’Adriatico ha trovato le condizioni ideali per la proliferazione della specie, è particolarmente ghiotto di vongole, cozze e ostriche. La zona in questione è particolarmente ricca di allevamenti di specie. Facciamo due più due: abbiamo un predatore fondamentalmente fuori controllo, tanto da spingere una campagna nazionale per innescare la nascita di una vera e propria filiera di consumo, e un’abbondanza di cibo che abbiamo praticamente servito su un piatto d’argento.
Il risultato? Ai primi di agosto si stimavano danni di almeno il 50% sulle produzioni negli allevamenti di vongole, cozze e ostriche; vittime predilette della voracità del granchio blu. Con l’avvicinarsi del Natale, periodo che inevitabilmente porterà a un aumento della domanda, ecco esplodere i rincari: mangiare uno spaghetto alle vongole, secondo il più recente monitoraggio effettuato da Fedagripesca-Confcooperative, dovrebbe costare almeno il 60% in più rispetto allo scorso anno, con un “prezzo alla produzione che passa da 7 agli 11 euro al chilo”.
Stime che, è bene notarlo, non tengono di fatto conto della probabilissima presenza di effetti speculativi, esacerbati dalla scarsità del prodotto e dall’aumento della domanda. “Di vongole sopravvissute al granchio blu ne sono rimaste poche, a differenza degli altri anni dove in questo periodo ricevevamo gli ordini e definivamo gli accordi commerciali con grossisti e ristoranti” si legge in una nota stampa emessa da Fedagripesca. “Quest’anno potremo vendere il prodotto al miglior offerente, come avviene per altri prodotti. Ma anche se dovessimo raggiungere il prezzo di vendita del caviale, nulla ci può ripagare delle tonnellate di prodotto andato distrutto per colpa del granchio”.