C’è chi sperimenta con i droni e chi, forse spaventato di volare troppo vicino al sole, preferisce prendere la via diametralmente e tematicamente opposta – quella che passa sottoterra, tanto per intenderci. È questo il caso di Pipedream, una startup a stelle e strisce con sede in quel di Austin, Texas, specializzata nella costruzioni di sistemi di delivery che impiegano tubi sotterranei.
A onore del vero il concetto è piuttosto semplice – immaginatevi una specie di metropolitana dove, al posto di pendolari incazzati e studenti assonnati, viaggia il cibo. La prima rete di delivery sotterraneo, per di più, è già realtà: Pipedream ha di recente annunciato il suo lancio in collaborazione con Peachtree Corners, cittadina incastonata nella regione metropolitana di Atlanta.
Delivery, ma sottoterra: come funziona il sistema di Pipedream?
Stando a quanto lasciato trapelare, la prima rete di delivery sotterraneo si estende per quasi un miglio, collegando il centro commerciale di Peachtree Corners fino al polo di innovazione di Curiosity Lab. I dipendenti di quest’ultimo – un complesso che è in parte parco uffici e in parte centro eventi – potranno dunque ordinare cibo o altri articoli e farseli consegnare attraverso la rete di Pipedream.
I benefici, in meri termini di traffico e sicurezza in strada, sono evidenti: possiamo pensare al “sottoterra” come a una corsia parallela e comodamente nascosta all’occhio. L’introduzione delle reti di Pipedream rischia, tuttavia, di rendere obsoleti i rider – una categoria di lavoratori già notoriamente fragile e che rischia di doversi confrontare con una innovazione che renderebbe ancora più precario il loro impiego.
L’annuncio della prima rete di delivery sotterranea è stato accompagnato da un breve video che dimostra il suo funzionamento: come accennato in apertura di articolo, per farci un’idea possiamo immaginare a una piccola metropolitana in cui dei trenini spostano cibo e altri articoli attraverso dei tubi sotterranei.
Il CEO di Pipedream ha spiegato che, al momento, la start up sta pianificando di introdurre le sue reti in alcune comunità che, per motivi logistici e geografici, ben si prestano all’installazione di tubi sotterranei destinati al delivery.
Il lancio della prima rete effettiva, tuttavia, potrebbe fornire il “parco giochi” necessario per sperimentare e scoprire limiti e potenzialità di questo particolare progetto, e magari permettere la sua installazione anche in altri angoli di mondo.
In definitiva pare che il settore del delivery, così come molti altri spicchi del più ampio mondo del lavoro, dovrà necessariamente confrontarsi con l’automazione: rimarrà da scoprire se verrà implementata in maniera etica o, più spietatamente, per tagliare costi e aumentare i profitti.