L’8 di ottobre si è festeggiata la Giornata mondiale del polpo – un’occasione che di fatto è stata colta da numerose ONG operanti nel contesto del Vecchio Continente per chiedere alle autorità europee di vietare gli allevamenti di questa particolare specie di animali in quanto “crudele e dannosa per l’ambiente”. Complessivamente l’appello in questione ha visto partecipare ben 37 organizzazioni ed esperti, e sottolinea come di fatto i polpi siano “profondamente inadatti all’allevamento ed esistono seri problemi di sostenibilità e di benessere animale associati allo sviluppo di una simile industria”.
Contestualmente la richiesta è stata allargata all’introduzione di divieto di importazione dei prodotti a base di polpo allevato: il punto sollevato dalle ONG è che tali animali siano di fatto particolarmente intelligenti e senzienti, che soffrono intensamente le condizioni tutt’altro che ottimali tipiche degli allevamenti intensivi. In quanto solitari per natura e cacciatori efficienti, i polpi reagirebbero al confinamento in vasche sviluppando tendenze aggressive e, nei casi di stress più acuto, perfino cannibalismo. Ricordiamo, a tal proposito, che i polpi sono per l’appunto cacciatori e dunque animali carnivori: la loro alimentazione passerebbe necessariamente attraverso l’impiego di enormi quantità di prodotti ittici commestibili – tanto che secondo le stime degli esperti produrre un chilo di carne di polpo costerebbe tre chili di fauna marina come mangime. Alla faccia della sostenibilità, insomma.
“In questa Giornata mondiale del polpo, dovremmo celebrare questi straordinari animali selvatici piuttosto che permettere che siano confinati in un allevamento sottomarino” ha commentato Elena Lara, responsabile della ricerca sui pesci di Compassion in World Farming e autrice del rapporto. “È ora di mettere fine all’allevamento intensivo, non di ampliarlo. I polpi sono esseri altamente intelligenti e senzienti che provano dolore e angoscia. Non dovrebbero mai essere confinati dentro degli allevamenti, mentre altre forme di vita marina vengono decimate per allevarli. L’UE deve vietare l’allevamento di polpi e altri cefalopodi per garantire che questa pratica crudele non possa essere sviluppata”.