Davanti agli occhi increduli dei camerieri, un commensale in un ristorante di Monterosso, nelle Cinque Terre ha lasciato una mancia di ben 1.800 euro. Beh, però ci sta: il commensale in questione era uno sceicco.
La mancia da 1.800 euro di uno sceicco nelle Cinque Terre
Ci troviamo a Monterosso, nelle Cinque Terre. Qui approda con il suo mega yacht di lusso (un 150 metri del valore di 450 milioni di euro) uno sceicco. Lo sceicco decide così di cenare in uno dei ristoranti di Monterosso. Non è dato sapere il nome del locale, ma si sa che è uno segnalato nella guida Michelin.
Lo sceicco opta per una cena a base di pesce fresco. E pare che l’abbia estremamente apprezzati. Anzi: la cena gli è piaciuta così tanto che, al momento di pagare il conto, ha deciso di lasciare una mancia di 1.800 euro per un solo tavolo.
Lo sceicco ha versato i 1.800 euro usando TackPay, un sistema di pagamento elettronico dedicato alle mance digitali. Ovviamente i camerieri e tutto lo staff sono rimasti increduli. Non solo per la mancia (qui da noi non c’è l’abitudine o l’obbligo di lasciare la mancia. E quando capita solitamente viene lasciata da parte di stranieri abituati a versarla nei loro paesi d’origine. Tuttavia talvolta capita che anche qualche cliente italiano, particolarmente soddisfatto, lasci qualche euro in più), quanto per l’entità.
Lo staff, infatti, ha spiegato che una cosa del genere non gli era mai accaduta. Ma lo sceicco ha voluto ringraziarli per come era stato accolto e per la bontà della cena non solo a parole, ma anche con i fatti.
Mance del genere, ovviamente, anche nei paesi dove sono previste, solitamente arrivano solo da persone di una certa entità. Per esempio, da poco Kate Middleton è stata vista pranzare in un ristorante in Gran Bretagna dopo aver partecipato a un festival musicale. Ebbene, qui, dopo aver mangiato un menu italiano, il suo gruppo ha lasciato ai dipendenti una mancia di circa 900 sterline.
Quindi questa non sarà solamente l’estate degli scontrini pazzi (ormai si posta di tutto, a volte anche a sproposito. Anzi, spesso a sproposito). La cosa deprimente, però, è che, probabilmente, la maggior parte di coloro che protestano indignati perché quel ristorante ha inserito nelle voci del conto i servizi aggiuntivi richiesti (siamo su Dissapore e parliamo di ristoranti, ma lo stesso discorso lo si può fare anche per altri tipi di lavoro) sono proprio coloro che, nel loro lavoro, non muovono mezzo dito in più se non vengono pagati per ogni servizio aggiuntivo a loro richiesto. Ma si sa, siamo italiani: ci indigniamo quando è ora di pagare il lavoro altrui, ma guai a chi non paga il nostro lavoro.