In questo periodo Bruno Barbieri è il bersaglio preferito di critiche e sfottò dei nerd gastronomici a cui lui stesso, va detto, non manca mai di fornire materiale. Ricette in cui cura più gli ammiccamenti alla telecamera che i contenuti, strampalate teorie tecniche di cui pagano le conseguenze i suoi sottoposti a Masterchef, una linea di prodotti Motta con la sua immagine che stanno ricevendo pernacchie da ogni direzione.
Bisogna però riconoscergli che quando si dava ancora da fare in cucina difficilmente ne sbagliava una, e il suo periodo bistellato in Valpolicella è ancora impresso nella mente e nei palati dei gourmet che hanno frequentato la tavola dell’Arquade dell’Hotel Villa del Quar. Ricordi, appunto, e un presente ingeneroso: la struttura è all’asta, e pure a metà prezzo.
Le vicende di Villa del Quar
La storia recente di questa meravigliosa residenza veneta è ora offuscata da quel velo di tristezza che solo i resoconti di un commercialista possono dare. Nello specifico Matteo Toffolatti che, insieme all’avvocato Paolo Simeoni è curatore del fallimento e spiega così la situazione al Corriere del Veneto: «Mancando la liquidità necessaria a far fronte all’indebitamento di Villa del Quar Srl, il Tribunale di Verona ne ha dichiarato il fallimento nel 2021. Nonostante diversi tentativi di risanamento attraverso un concordato preventivo e varie aste pubbliche, la vendita dell’immobile non ha avuto finora esito positivo».
La bellezza della struttura, estesa su una superficie di 2.425 mq e all’epoca gestita dall’architetto Leopoldo Montresor con la moglie Evelina Acampora, fu esaltata dalla sua trasformazione in hotel di lusso, con 25 camere arredate con mobilio d’epoca, meritandosi 5 stelle d’hotellerie e due stelle Michelin per il ristorante. Un progetto vocato all’arte e all’eleganza, ma che ha dovuto arrendersi a finanza traballanti: “Il problema principale dell’hotel è il numero ridotto di camere per cui è difficile far quadrare i conti. Negli anni la proprietà ha accumulato debiti con banche, fornitori e personale”, commenta Toffolatti.
Conti che invece sembrano non essere sfuggiti ai potenziali compratori, che non hanno fatto offerte sulla prima base d’asta di 7 milioni e 730 mila euro, valutati immaginando di cambiarne destinazione d’uso e di renderla una casa privata. Evidentemente nessuno aveva ambizioni di farne la propria residenza, e valutandola come hotel l’offerta si è dimezzata. Ora potreste accaparrarvela per 3 milioni e 450 mila euro, e la cifra scenderà del 20% ad ogni asta giudiziaria successiva. Immaginiamo che ci siano investitori in attesa di un affare, sperando che la villa possa finalmente riaprire i battenti.