L’11 marzo è una data importante per lo chef torinese Alessandro Mecca. È quello il giorno della riapertura delle cucine del Castello di Grinzane Cavour, nel cuore di Langa, e lui sarà lì a guidare la sua nuova brigata. Lo avevamo lasciato all’inizio del 2022 mentre dava le dimissioni dopo quasi sette anni (e una stella Michelin conquistata nel 2018) dal ristorante Spazio 7, all’interno della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Un anno di pausa per chiarire idee e obiettivi e poi l’occasione (da prendere al volo) di guidare uno dei ristoranti più suggestivi, per storia e location, di tutto il Piemonte. Stiamo parlando di quello all’interno del Castello di Grinzane guidato fino allo scorso anno dallo chef Marc Lanteri che si appresta anche lui ad aprire un nuovo ristorante solo qualche collina più in là, nel cuore del Roero, a Castagnito d’Alba. La scacchiera degli chef regala sempre emozioni e sorprese e, mai come in questo periodo post pandemico, tutto sembra poter succedere.
Alessandro Mecca al Castello di Grinzane Cavour
Il nuovo locale si chiamerà Alessandro Mecca al Castello di Grinzane Cavour e proporrà una cucina di impostazione classica (tratto identitario dello chef, profondo conoscitore della tradizione piemontese) capace di guardare alla contemporaneità. Il suo approccio molto naturale al cibo unito a una personalità che lo ritrae come un cuoco con i piedi saldamente ancorati a terra, si sposa dunque alla cucina di Langa le cui radici sono profonde e altrettanto salde. “La mia cucina – spiega Mecca – riflette il mio modo di essere: è essenziale, autentica, schietta, immediata. È una cucina che abbandona il superfluo, sceglie pochi ingredienti in armonia tra loro per restituire alle persone sapori autentici e originari che stimolano sensazioni, rituali, ricordi”. E qui la sorpresa: nel menu, nessuna divisione tra antipasti, primi e secondi, ma la possibilità di scegliere piatti singoli o lasciarsi guidare da due proposte: Tra le mura (5 portate a 70 euro per un percorso più classico) e Punti di vista (sette portate a 90 euro con uno sguardo più contemporaneo).“Nel creare o nell’assaggiare un piatto – spiega lo chef – ci si deve sentire liberi di essere. Liberi di esplorare con naturalezza gli ingredienti. Liberi di gustare il cibo con tutti i sensi: occorre poter chiudere gli occhi per assaporare meglio un boccone, ascoltandone il rumore”. E la carta dei vini, ça va sans dire, non potrà che rappresentare l’ampia scelta del territorio con bottiglie selezionate dall’Enoteca regionale Piemontese Cavour che ha sede nello stesso edificio, ma sarà capace di guardare anche oltre confini.
Il ristorante e la sostenibilità
Completamente rinnovato nei locali il ristorante di Alessandro Mecca ha una disponibilità di 40 coperti disposti su nove tavoli con servizio di pranzo e cena dal mercoledì alla domenica. Ma con questa apertura, oltre all’attenta scelta di produttori e materie prime Mecca punta il dito sulla sostenibilità delle persone, argomento che gli sta a cuore sin dai tempi di Torino: “Al di là dell’attenzione all’ambiente attraverso la scelta accurata dei fornitori, oggi – spiega – pressoché scontata, per noi essere sostenibili significa rispettare innanzitutto le persone. È la sostenibilità delle risorse umane, quell’insieme di azioni che incoraggiano la motivazione delle persone, sostengono l’espressione piena delle qualità lavorative e umane del singolo. Formazione, team building, tanto lavoro in cucina, ma anche più tempo libero. I ragazzi della mia brigata godranno di due giorni di riposo: per essere più dinamici e creativi in cucina abbiamo bisogno di vivere una vita fuori dal lavoro. L’esigenza è quella di nutrire il nostro lato umano e personale, per essere eccellenti professionisti. Le idee nuove sono anche una contaminazione della personalità dei ragazzi della mia brigata: sono freschezza, attualità, futuro”.
Chi è Alessandro Mecca
Classe 1984, figlio d’arte (il ristorante dei genitori è stato lo storico Crocetta di Torino), Mecca dopo aver imparato le basi nella cucina “di famiglia” inizia la gavetta passando da L’Estate di San Martino di Villanova d’Asti per arrivare fino al D.O.M. di San Paolo con Alex Atala. Poi l’esperienza da Spazio 7 e l’arrivo in Langa.