La difesa che piace a chi conta: quella che parla direttamente alla pancia. Che poi è la stessa che assottiglia fino a fare sparire ogni opportunità di dialogo, di confronto anche scientifico; nel nome di uno spettacolino che equivale alla gara di chi alza più la voce. Ci stiamo riferendo alla più recente trovata di Alessandra Mussolini che, in occasione dell’evento In Vino Veritas, organizzato dalla delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, si è attaccata a una bottiglia di vino in difesa delle produzioni italiane ora minacciate dall’introduzione delle etichette con avvertenze sanitarie, già approdate in Irlanda negli scorsi mesi.
Alessandra Mussolini, il vino e lo spauracchio irlandese
Una storia che si trascina già da qualche tempo, dicevamo. La pietra dello scandalo – o lo spaventapasseri di turno, se preferite – è come accennato la relativamente recente introduzione da parte dell’Irlanda delle cosiddette “etichette anti-alcol” o “etichette salutiste” che dir si voglia, ossia etichette pensate per avvisare i consumatori dei danni alla salute derivanti dall’assunzione di bevande alcoliche, vino naturalmente incluso.
Come avrete intuito – e probabilmente anche letto – i paladini della sovranità alimentare hanno accolto il tutto come una spaventosa ondata di nuovo proibizionismo, con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e alleati che si sono uniti sotto il vessillo del “bere poco non fa bene”. Un’opposizione fiera, non c’è ombra di dubbio, ma che di recente ci ha portato anche a qualche scivolone altrimenti evitabile – come lo stesso Lollobrigida che, a margine di una conferenza stampa in seguito al Consiglio dei Ministri, dichiara che bere poco vino faccia addirittura bene, scontrandosi clamorosamente con le linee guida individuate dal Ministero della Salute.
Arriviamo dunque al gesto di Alessandra Mussolini: “Ecco qua, mi attacco alla bottiglia, alle 11 eh!” esclama, portandosi la bottiglia di vino alle labbra e godendosi una sorsata. Al suo fianco, un Antonio Maria Rinaldi – esponente della Lega euroscettico – in evidente stato di eccitazione non riesce a contenere l’entusiasmo: “Brava, brava!” esclama in un crescendo di emozione. “E guai a chi ce lo tocca!” aggiunge immediatamente dopo, anche se non è chiaro se si stia riferendo al vino italiano o al teatrino da B-Movie.
Insomma, capito? Guai a chi ce lo tocca. “Diciamo che nuocciono gravemente alla salute le normative estremamente pericolose” ha poi chiosato Mussolini “che mettono in discussione la libera circolazione delle merci (ah, un po’ come il divieto sulla carne coltivata, giusto? ndr), che mettono in discussione la libera circolazione delle merci, che non danno conto di quello che è un prodotto di eccellenza, un alimento liquido come il nostro vino non c’entra nulla con tutti gli altri prodotti alcolici”. n altre parole siamo tornati a guardarci allo specchio e ad autocompiacerci. Prima di uscire dal bagno, però, meglio asciugarsi il vino colato sul mento.