Se gli alcolici esibissero delle etichette più chiare circa le conseguenze e i rischi per la salute, allora il loro consumo calerebbe. Si tratta della conclusione di uno studio condotto dall’Università scozzese di Stirling, che ha preso in esame 1360 persone nella fascia d’età tra i 18 e i 35 anni che consumano alcol abitualmente. La tesi portata avanti dagli studiosi è che, con un apparato di immagini e testi ricchi delle dovute informazioni circa le conseguenze sulla salute, il fascino e l’accettabilità sociale dei prodotti alcolici andrebbe a diminuire sensibilmente, in particolare nelle fasce più giovani della popolazione.
In primo luogo l’indagine ha saggiato l’esposizione alla messaggistica attualmente presente sulle confezioni: il 40% dei partecipanti ha ha sostenuto di aver visto raramente o mai informazioni, messaggi o avvertenze circa i rischi per la salute sulle confezioni di alcolici; e si sono detti “fortemente d’accordo” sul fatto che tali confezioni dovrebbero invece esibire una serie di informazioni sia sul prodotto che sulle potenziali conseguenze sulla salute. Successivamente, i partecipanti sono stati suddivisi in alcuni gruppi. Ad alcuni è stata mostrata una bottiglia di vodka senza alcuna avvertenza, ad altri con avvertenze in testo scritto piccolo e ad altri ancora in testo grande o con immagini. Tendenzialmente, coloro che appartenevano a questi ultimi gruppi hanno percepito il prodotto come poco attraente o socialmente inaccettabile, e si sono detti più propensi a riferire il desiderio di bere meno alcol. Va notato, inoltre, che in questo senso le etichette più grandi si sono rivelate particolarmente più efficaci.
Lo studio va a inserirsi in un momento storico già decisamente carico di tensione: basti pensare al polverone dell’inverno passato nel contesto del piano europeo Beating Cancer, o alla proposta della F nera nel Nutriscore per vino e altri alcolici, con i produttori del settore che invece si oppongono. Al di là delle battaglie commerciali, tuttavia, è evidente che “I risultati di questa ricerca e degli studi precedenti indicano che le avvertenze potrebbero, potenzialmente, portare a una riduzione del consumo e dei danni correlati”, secondo il commento di Daniel Jones, dell’Istituto per il Marketing Sociale e la Salute di Stirling.