Uno dei derby più discussi degli ultimi mesi – quello delle autorità sanitarie con gli alcolici. Eh sì, perché se nel più recente rapporto redatto dagli esperti dell’Oms sono contenuti dati per lo più asettici, freddi, impersonali; è innegabile la presenza di un sottotono che rimanda a quei commenti duri e perentori, che bollavano come impossibile il cosiddetto consumo sicuro. Le organizzazioni di settori e buona parte dei produttori non hanno tardato a sentire la proverbiale puzza di bruciato, e hanno preso a fare del proprio meglio per mettere in guardia i consumatori da quella che non hanno esitato a definire una “nuova ondata di proibizionismo“; ma il discorso è in realtà ben più complicato.
Alcolici e consumo: l’Europa è prima al mondo
Allora, partiamo dalle cose semplici – i dati, per l’appunto. Gli esperti dell’Oms non hanno dubbi: nel contesto del Vecchio Continente si registra il più alto livello di consumo di bevande alcoliche nel mondo, con otto dei dieci Paesi in cui si fa più uso di alcol che si trovano, per l’appunto, in Europa. E qui, ragazzi, c’è ben poco da rimostrare: il dato non vuole denunciare, ma solo informare; ed evidentemente dalle nostre parti si tende ad alzare (un po’ troppo, forse) il gomito.
Ora, il secondo punto: a sottolineare le conseguenze negative dell’alcol si viene sempre bollati come guastafeste, nella migliore delle occasioni. D’altro canto, è dovere dell’Oms sottolineare che l’abuso di queste sostane “non causa solo danni economici e mette sotto pressione i sistemi sociali e sanitari, ma provoca il cancro“: vi ricordiamo, in questo contesto, di uno studio pubblicato questa estate sulla rivista scientifica Lancet Oncology che ha stimato come il 4% di tutti i cassi di cancro fossero associabili al consumo di bevande alcoliche.
“L’alcol è un cancerogeno del gruppo 1, nella stessa categoria dell’arsenico, dell’amianto e del tabacco” ha commentato a tal proposito Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’Oms per l’Europa. “Eppure la maggior parte delle persone non è consapevole dei molti rischi che l’alcol pone alla loro salute”. Coraggio liquido, socialità in bottiglia: chiamatelo un po’ come volete, ma l’agenda dell’Oms è ben nota. L’obiettivo, comunicato appena un paio di mesi fa, è infatti quello di ridurre del (almeno) dieci per cento in consumo pro capite entro l’insospettabilmente vicino 2025. Il settore, come accennato, non l’ha presa bene; e si schiera ben compatto sotto un unico vessillo: quello che punta a sottolineare la differenza tra l’uso e l’abuso.