Agli amici oltreoceano piace alzare il gomito: per il dodicesimo anno consecutivo, infatti, anche il 2021 fa registrare un aumento delle vendite di alcolici negli Stati Uniti d’America, spinte dalla graduale riapertura dei locali dopo le difficoltà della pandemia e dagli acquisti di alcolici di fascia alta per consumo domestico.
Secondo i calcoli redatti dal Distilled Spirits Council of the United States (DISCUS) le vendite sono aumentate complessivamente del 12% su base annua, mentre i volumi sono cresciuti del 9,3%. In particolare, a guidare il mercato c’è la vodka, con ricavi in aumento del 4,9% a 7,3 miliardi di dollari, la tequila e il mezcal, che esplodono con un + 30,1% a 5,2 miliardi di dollari, e poi whisky, brandy e cognac, che chiudono l’anno rispettivamente con una crescita del 6,7% e 13,1% su base annua. I veri protagonisti dell’aumento complessivo delle entrate, però, sono gli alcolici super premium e di fascia alta, sovente acquistati per il consumo domestico da parte di quella fetta di popolazione che ha ridotto le spese per vacanze e cene (e che dunque evidentemente necessita di un bicchierino extra).
Bene anche i cocktail Ready To Drink (RDT), che rubano quote a birra e seltz con un aumento delle vendite del 42,3%; e le vendite negli esercizi on-premise, che rappresentano circa un quinto del panorama statunitense: in questo caso, l’incremento registrato su base annua è del 53%, trascinato probabilmente dalla chiusura di ristoranti, bar e altri locali a livello nazionale.