Partiamo dal presupposto che evitare di alzare il gomito è sempre e comunque la scelta più salutare, checché ne dicano i sedicenti dottori del bicchierino a pranzo e a cena; e che, pur essendo naturalmente (e ovviamente) consci che ci sia una differenza tra il consumo e l’abuso, non possiamo esimerci dal ricordarvi che l’alcol faccia male sempre e in ogni quantità. Ora la buona (o quantomeno vagamente incoraggiante) notizia: al cervello bastano poco più di sette mesi per rimediare quasi completamente ai danni strutturali causati dall’abuso di bevande alcoliche. La parola chiave è “quasi”.
A dirlo è uno studio pubblicato su Science Direct e condotto da un gruppo di ricercatori a stelle e strisce, che hanno fondamentalmente dimostrato con quale rapidità le strutture neurologiche stravolte dal consumo eccessivo di alcolici possano tornare alla loro configurazione normale.
Tutto inizia con l’abbassare il gomito
Sette mesi sono un tempo più che ragionevole, converrete – ma è bene notare che per farli “scattare” è innanzitutto necessario scardinare l’abitudine del bere che è, ce ne rendiamo conto, più facile a dirsi che a farsi. La scienza, d’altro canto, parla chiaro: chi soffre di disturbo da uso di alcol (alcohol use disorder, AUD), disturbo cerebrale che si declina in una ridotta capacità di interrompere o controllare il consumo di bevande alcoliche, mostra di solito un assottigliamento di alcune parti della corteccia, una regione complessivamente cruciale per le funzioni cognitive.
Chi vuole smettere di bere deve, per farvela breve, necessariamente confrontarsi con il suo cervello e il suo stato di salute evidentemente compromesso: si tratta di dipendenza, in altre parole.
Lo studio di cui sopra ha preso in esame 88 partecipanti con disturbo da uso di alcol e analizzato i risultati di tre diverse scansioni cerebrali effettuate dopo una settimana, un mese e poco più di sette (7,3, si legge nello studio) di astinenza. Dopodiché, lo spessore della loro corteccia cerebrale è stato paragonato a quello di altre 45 persone che non avevano mai sofferto di AUD.
Complessivamente, il team ha analizzato lo spessore di 34 regioni della corteccia trovando che, nel periodo che intercorre tra la prima settimana e il primo mese dall’ultimo consumo di alcol, si è verificato un più rapido inspessimento rispetto alle fasi più avanzate dell’astinenza. La funzione di “riparazione” del cervello, in altre parole, inizia subito seguendo un alto ritmo, per poi perdurare nel tempo a velocità inferiore.
Numeri alla mano, arrivati alla pietra miliare dei sette mesi di astinenza dall’alcol, gli scienziati hanno misurato un inspessimento della corteccia statisticamente significativo in 25 delle 34 regioni prese in esame, con 24 di esse che sono parse equivalenti, in termini di spessore, a quelle dei 45 soggetti di paragone.