Sta facendo assai discutere il fatto che tonnellate di agrumi di origine sudafricana, fra cui anche arance, stiano letteralmente marcendo nei container bloccati nei porti dell’UE. Lo spreco e la perdita economica derivante sono inaccettabili. Ma perché questi agrumi stanno fermi lì? Semplice: è tutta colpa di una disputa commerciale inerente le regole di importazione.
Il Sudafrica è il secondo esportare mondiale di agrumi freschi, preceduto solamente dalla Spagna. Lo scorso mese ha denunciato presso l’OMC, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il fatto che l’UE avesse introdotto nuovi requisiti fitosanitari che, secondo gli agricoltori del Sudafrica, stanno minacciando la loro sopravvivenza.
Le nuove misure sono entrate in vigore a luglio, quando le navi che trasportavano centinaia di container pieni di frutta sudafricana erano già in mare dirette verso l’Europa. Solo che, secondo quanto dichiarato dalla South African Citrus Growers Association (CGA), ecco che arrivate nei porti le imbarcazioni sono state bloccate.
Justin Chadwick, Ceo della CGA, ha parlato di un vero e proprio disastro: cibo di qualità eccezionale, che non rappresenta nessun rischio, sta semplicemente fermo lì. Le nuove nome dell’UE mirano a contrastare la diffusione della Cydia pomonella, un parassita che adora arance e pompelmi. L’UE richiede che tutte le arance destinate alle tavole europee siano sottoposte a trattamento di freddo estremo e mantenute a temperature di 2°C o meno per 25 giorni, cosa che i coltivatori sudafricano ritengono non necessaria in quanto il paese dispone già di mezzi più che mirati per prevenire l’infestazione.
Il Sudafrica nella sua denuncia sostiene che i requisti dell’UE siano discriminatori ed eccessivi. E non basati sulla scienza. Inoltre aggiungono al prodotto nuovi costi in un momento in cii nessun produttore al mondo può permettersi.